CONCORSO
Roma: con la fine del 2008 si è conclusa quella che io definisco come "La mia prima fase letteraria" che una volta finita, archiviata e catalogata, verrà racchiusa nella famosa raccolta di cui ho parlato nelle note precedenti. Avevo annunciato un periodo di completo relax ed inattività, ma questo non vuol dire che sono rimasto e sono tutt'ora statico (il mio ultimo corto ed i due racconti di inizio anno ne sono la dimostrazione), ma piuttosto mi trovo nella fase di "immagazzinamento dati" in cui guardo, osservo, ascolto, memorizzo a mo di spugna per poi ripartire di slancio con nuovi piccoli e grandi progetti. E così nell'attesa che Il Male che fuggi è in te sbaragli la concorrenza alle rassegne in cui è stato iscritto, che Mìa diventi un film e che un attore "famoso" renda un pò più popolare anche me ho pensato di provarci ancora con quelli della Subway Letteratura. Lo ammetto, i progetti della S.L. mi piacciono un casino e mi piacerebbe quindi fanne parte; ma qui la concorrenza è davvero molto agguerrita ed il "format" letterario che propongo io mal si adatta a quello che questa casa editrice propone agli scrittori emergenti. Per spiegarmi meglio quelli della Subway di solito propongono dei racconti brevi più lunghi di quelli che scrivo io abitualmente (nell'ordine delle 15.000/18.000 battute) ed anche a livello di contenuti preferiscono storie con più "sociale" tra le righe. Questo deve essere uno dei motivi che ha portato all'esclusione di Mìa e L'Astronave da questo concorso poco prima che questi miei due racconti poi trovassero miglior gloria altrove. Ma io ho la testa dura ed allora dopo averci provato con i due racconti sopracitati (che comunque trattavano argomenti spinosi come l'incomunicabilità e l'omosessualità) ora tento la fortuna con "I dolori del giovane Walter", una favoletta di poche righe che fa il verso ai miliardari del calcio e non si propone più come una lettura "impegnata", ma di puro intrattenimento. Ad essere sincero non credo che riuscirò a sbancare con quelli della S.B., ma avevo la stessa sensazione di adesso anche quando spedivo Mìa a Livorno e tutti sappiamo come è andata a finire...
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