mercoledì 27 febbraio 2013

CHE BELLO MARIO TENNIS OPEN PER 3DS!

Mario nella sua lunghissima carriera video ludica si è cimentato in quasi tutti gli sport: dal calcio al golf passando per le discipline olimpiche fino ai kart. Dopo aver saltato una generazione, quella del Nintendo DS, il simpatico idraulico torna a calcare anche i campi da tennis e lo fa in esclusiva per il Nintendo 3DS. In passato avevo già giocato coi vari Mario Tennis e devo dire che con il "Power" del Game Cube mi ero divertito parecchio; stessa cosa è successa con questa versione "Open" per 3DS che a conti fatti secondo me non aggiunge molto ai capitoli precedenti, ma nonostante questo convince subito grazie all'immediatezza di un gameplay ben studiato e strutturato. Giocare a Mario Tennis Open risulterà infatti piuttosto semplice già dopo i primi scambi e diventerà leggermente più profondo e complesso andando avanti nelle varie competizioni presenti. L'unica novità riguardante il sistema di gioco è la possibilità di utilizzare i comandi touch del display inferiore (intuitivo grazie alla suddivisione cromatica dei vari colpi, ma secondo me piuttosto scomodo) e la telecamera del giroscopio che a me sinceramente ha mandato più volte in confusione! Oltre questo sono stati introdotti i colpi speciali "chance shoot" che però a differenza dei vecchi "power shot" non sono diversi in base al personaggio utilizzato, ma sono uguali per tutti! questo sinceramente fa perdere un pò di appeal al titolo perchè giocando sempre gli stessi sei colpi alla lunga gli "scambi" risultano un pò monotoni. Se da una parte si sente la nostalgia dei "power shot" lo stesso non si può dire di certo della "qualità" dei colpi che rispetto ai titoli precendi, pur restando molto Arcade, è decisamente migliorata: ora la pallina va proprio dove viene indirizzata e con l'effetto che scegli tu. Spendo le ultime parole per il sistema di personalizzazione che attraverso l'acquisto di accessori vari quali racchette, costumi, scarpe, polsini etc. nello store, risolve in parte il problema "stile di gioco unico del personaggio" perchè applicabile solo al Mii. Allungano la longevità del gioco, piuttosto breve nella sola modalità "Torneo", i quattro minigiochi a step e la presenza della solita sfilza di "cheats" tanto cara alla Nintendo che ci permetterà di sbloccare personaggi, campi e costumi speciali. Nel complesso dunque 32€ (in offerta su Amazon) spesi bene per un videogioco che sono certo vi appassionerà e terrà incollati davanti al mini-schermo per un bel pò di ore.

sabato 23 febbraio 2013

IO E IL VALLEVERDE

A pochi giorni dall'inizio del nuovo "Torneo allo Sporting Club" approfitto delle pagine di questo blog per pubblicare un post che avrei voluto e dovuto scrivere mesi fa; un post che parli di me, del Valleverde e di una storia d'amore che tra abbandoni e riprese va avanti ormai da quasi quindici anni. Correva infatti l'anno 1997 quando incrociai per la prima volta gli scarpini coi ragazzi del Valle in occasione della finale playout della "Winner Cup"; al tempo io giocavo con l'Acam e grazie ai miei gol ero riuscito miracolosamente a portare quella squadra scalcinata a giocarsi la "finalina" di quel torneo. Mentre al cinema il "Titanic" di Spielberg stava polverizzando tutti i record d'incasso precedenti, io mi apprestavo a giocare la prima finale della mia vita. Purtroppo finì 1-2 e nonostante il mio gol l'Acam perse partita, finale e coppa. Al termine dei 50' il capitano avversario, un ragazzo biondino che avevo visto spesso al circolo, venne da me, mi strinse la mano e dopo avermi fatto i complimenti mi propose di passare a giocare nella sua squadra. Io lo ringraziai, ma rifiutai la sua proposta perchè ero molto legato ai colori giallo-nero della mia squadra. Quella finale per me e per l'Acam fu il picco più alto della stagione che si concluse senza altre emozioni o successi. L'estate seguente passò velocemente e dopo un lungo corteggiamento, a settembre,decisi di accettare l'ennesima proposta di Massimiliano, capitano del Valleverde. Con la sua squadra feci tutta la preparazione e giocai anche diverse partite amichevoli senza però mai trovare né la giusta collocazione in campo né il feeling coi nuovi compagni. Per questo motivo a ridosso dell'inizio della stagione calcistica abbandonai il Valleverde e mi iscrissi allo stesso campionato con l'Acam. Con la maglia giallonera segnai la bellezza di 32 gol in sei partite staccando qualsiasi altro attaccante nella classifica dei marcatori. Primo tra i bomber e stabilmente nella top 3 dei migliori giocatori del campionato, il 22 dicembre dello stesso anno affrontai nuovamente il Valleverde; quella contro i verdi fu una sfida memorabile che giocai alla grande mettendo a segno cinque selle sette reti del 7-4 finale con cui ci aggiudicammo la partita, i tre punti ed il terzo posto in classifica!. Unica nota stonata della serata fu l'infortunio al ginocchio che mi costrinse a lasciare il campo a pochi minuti dalla fine del match. Quella vittoria vendicò la precedente sconfitta nei playout e mi regalò un Natale davvero felice nonostante l'infortunio. Il giorno dopo aver visto "La vita è bella" di Benigni al Royal scoprii però a malincuore di avere il LCA del ginocchio destro rotto e di aver bisogno di un intervento chirurgico per guarire. I mesi che seguirono quella notizia furono davvero molto tristi. L'Acam senza di me perse cinque partite di fila prima di ritirarsi anzitempo dal campionato. Prima, durante e dopo l'intervento di plastica ricostruttiva del legamento del ginocchio  nessuno dei miei compagni di squadra mi cercò o si fece vivo. L'unico ad interessarsi delle mie condizioni, a cercarmi, a telefonarmi e a mandarmi messaggi in quel periodo fu Massimiliano. Il suo Valleverde stava andando molto bene in campionato ed era stabilmente al secondo posto alle spalle dell'imbattibile Mangisubito. In quel periodo mi parlava spesso del suo ambizioso progetto per portare alla vittoria del campionato il Valle, un progetto che riguardava anche me. Io non mi sbilanciai più di tanto con lui perchè la riabilitazione si stava dimostrando più lunga e dura di quanto pensassi e la strada era ancora molto in salita. Dopo otto mesi di lacrime e sudore a novembre fui finalmente pronto per tornare in campo. Fino a febbario del '98 scelsi di giocare solo partite amichevoli col tutore, poi ad col nuovo anno mi feci coraggio ed iniziai  la mia avventura col Valleverde. Dopo un periodo di rodaggio senza grandi successi, Massimiliano tagliò diversi rami secchi in rosa e costruì la nuova squadra intorno a me proprio come aveva promesso; insieme, dal 1998 al 2002, passammo così quattro bellissimi anni pieni di finali e di successi sia a livello personale che di squadra. Il Valleverde a quei tempi grazie alla nostra passione e dedizione divenne una squadra temuta e rispettata da tutti che nei tornei partiva sempre tra i favoriti. Non potrò mai dimenticare le sfide storiche contro il Mangisubito, i Red Davils, il Trastevere e la finale contro gli Hertz. Poi a maggio 2002 in una serata di pioggia l'altro mio ginocchio ha fatto crack. Ancora LCA! stavolta però non è bastato un solo intervento, ma ne sono serviti ben quattro (l'ultimo nel 2007) per recuperare dal grave infortunio. Da allora solo qualche partitella tra amici condita sempre da lievi infortuni e soprattutto da continui dolori. Nel frattempo il Valleverde ha continuato a dire la sua nell'ambito del calcio a 5 amatoriale e nonostante il mio (forzato) abbandono nel 2006, Massimiliano è finalmente riuscito a coronare il suo grande sogno, quello di vincere il Torneo dello Sporting Club! 7-6 al termine di una finale al cardiopalmo proprio contro gli eterni rivali del Mangisubito. A questo punto il "film" del Valleverde sembrava essere giunto ai titoli di coda col suo finale perfetto, ma non è andata proprio così perchè nonostante il trionfo, il trofeo e lo champagne, nel cuore di Massimiliano c'era sempre un'ombra. Quell'ombra ero e sono io. La sua gioia per l'obiettivo tanto inseguito e finalmente raggiunto infatti non poteva essere completa perchè a condivederla con lui non c'era quel ragazzo, quel suo caro amico e compagno di squadra, quello con il quale il Valle era rinato, quello con il quale aveva combattuto mille "battaglie", quello che con la finale in tasca aveva passato gli ultimi minuti di partita in campo a cantare e saltellare, quello che per festeggiare una vittoria si era fatto la doccia vestito, quello che dopo cinque interventi aveva ed ha ancora la voglia e coraggio di giocare, quello che prima e dopo ogni partita prega, quello che cuce, incolla e pulisce i suoi scarpini, quello che ogni volta che li ripone nell'armadietto ha gli occhi lucidi, quello che dopo dieci anni ha rimesso addosso la maglia del Valle, quello che nonostante tutti gli acciacchi, le cicatrici e i dolori ha ancora un sogno da realizzare. Quel ragazzo sono io e quel sogno è vincere un torneo con Massimiliano e col Valleverde. Questo sarebbe il (mio) finale perfetto, quello che mi farebbe riporre le scarpette Kelme nell'armadio senza rimpianti e senza lacrime rimettendomi in pace col "Dio del Pallone". Questo è il mio sogno e finchè ne avrò la possibilità e le forze farò il possibile per far si che si realizzi...

venerdì 22 febbraio 2013

IL VALLEVERDE TORNA IN CAMPO!

Finalmente si ricomincia! a distanza di tre mesi dall'ultima partita il Valleverde la prossima settimana  tornerà di nuovo in campo e lo farà sfidando la squadra che l'aveva eliminata nell'ultima semifinale dei playout: il Canallias! quindi è proprio il caso di dirlo: si ricomicia dalla fine e non poteva esserci occasione migliore per debuttare nella diciassettesima edizione del Torneo Sporting Club, che quella di avere la possibilità di vendicare subito una cocente ed immerita sconfitta. La stessa identica situazione ci attende poi anche nella seconda giornata quando dall'altra parte del rettangolo verde ci sarà la Longobarda. Conclude il trittico delle vecchie conoscenze il Long Bridge United contro il quale dovremo vedercela alla terza giornata. Il calendario si chiuderà con  le sfide contro il CSKA, il Beer United (favorita del gruppo) e lo Smile Café per un Girone D che almeno sulla carta sembra piuttosto impegnativo, ma sicuramente alla nostra portata. L'obiettivo è quello di migliorare il risultato ottenuto nell'ultimo torneo ed il modo giusto per iniziare a farlo è quello di conquistare uno dei quattro posti disponibili per i play-off. Poi il resto si vedrà strada facendo, l'importante è fare un passo alla volta: ora c'è il Canallias ed abbiamo sette giorni per preparare al meglio questa sfida. 

venerdì 15 febbraio 2013

NINJA TURTLES MANIA!

Negli ultimi tempi è (ri)esplosa in me una "vecchia" passione, quella per le Tartarughe Ninja. E' ricomparsa così improvvisamente, senza preavviso e tra i diversi "effetti collaterali" ha portato all'illustrazione che vedete qui sopra; opera di Maria, realizzata con la tecnica della china acquarellata. Purtroppo la foto non rende giustizia alla bellezza del tratto, della colorazione e in generale del disegno che vi assicuro è veramente magistralmente realizzato. Non potevo davvero ricevere regalo più gradito per San Valentino, anche perchè dopo aver insistito tanto con Maria per averlo, sinceramente avevo un pò perso le speranze! ora non mi resta che trovargli un posto in casa e il gioco è fatto. Per ora è tutto, ma state certi che sentirete riparlare di Ninja Turtles su questo blog molto presto...

mercoledì 13 febbraio 2013

LUIGI'S MANSION FIGURE

Per ora non aggiungo altro...

MARIO TENNIS OPEN 3DS

Le home-console negli ultimi mesi sono diventate per me dei complementi di arredo da tenere in bella mostra nell'angolo hi-tech del mio appartamento. Questo perchè non ne accendo una da tempo immemore! eppure di videogiochi da farci girare dentro ne avrei eccome: Pes 13 e Resident Evil 6 per PS3, tanto per fare due nomi, e l'ultimo capolavoro di Zelda per Wii; ma purtroppo di tempo libero ultimamente ne ho poco e quello che ho mi piace spenderlo in altri modi e soprattutto non stando in casa. Detto questo, con un Pulmino Lego da quasi 4000 pezzi ancora fermo ai box e dieci modellini di One Piece ed un Album dei Calciatori ancora da finire, quando ho voglia di "videogiocare" lo faccio con le console portatili: Nintendo 3DS, PS Vita o l'intramontabile Game Boy Advance Micro. Tra tutti i giochi che sto lentamente portando avanti questo periodo, Zelda a link to the past (GBAM), Sine Mori, Assassins Creed Liberation (PSVita) e Super Mario Bros. 2 (3DS), ce n'è uno che per la sua immediatezza, divertimento e profondità merita un post tutto suo: Mario Tennis Open per 3DS. Preso quasi casualmente questo gioco in pochissimo tempo mi ha letteralmente rapito monopolizzando la mia attenzione video-ludica! il concept di base di questo Mario Tennis non differisce di una virgola rispetto ai suoi predecessori per Cube e Wii, ma la possibilità di giocarci dove vuoi e addirittura online per me non ha prezzo! nella sua semplicità Mario Tennis Open è un gioco davvero coinvolgente, ricco di modalità (on e offline) e giocabile all'infinito grazie a tutti i "soliti" contenuti extra sbloccabili e agli easter-eggs disseminati nel suo interno. Concludo dicendo che il 3D sinceramente non aggiunge molto al gioco, anzi a me in certi momenti ha dato anche fastidio mentre ho apprezzato molto la possibilità di partecipare alle varie competizioni con il proprio Mii. Da provare assolutamente!

lunedì 11 febbraio 2013

MA OGGI NON E' DOMENICA? - VAL GARDENA

A grande richiesta, dopo più di un anno dalla sua ultima apparizione su questo blog, torna la rubrica “Ma oggi non è domenica?” in un’edizione speciale dedicata alla bellissima mini-settimana bianca appena trascorsa con Maria in Val Gardena.
Senza perdermi in inutili cappelli introduttivi vado dritto al dunque e vi parlo un po’ di Ortisei, incantevole paese in provincia di Bolzano che ci ha ospitato durante i cinque giorni della nostra vacanza.

Come arrivarci: da Roma in auto è un viaggio troppo lungo e per questo subito scartato dalle possibilità. In Aeroplano troppo costoso quindi via. Io e Maria abbiamo optato dunque per il viaggio in treno, Roma-Milano, Milano-Verona, Verona-Bolzano, che grazie alle offerte è stato anche economicamente vantaggiose ed affrontabile. Certo si passa quasi un giorno intero sui binari, ma a conti fatti ne è valsa davvero la pena. Una volta arrivati a Bolzano poi con il pullman della Linea SAD in un’oretta abbondante si arriva al centro di Ortisei.



Ortisei: sinceramente per quanto visto nei cinque giorni di vacanza, Maria non poteva scegliere meta migliore per la nostra mini-settimana bianca! Ortisei infatti è davvero un bellissimo paese, fiore all’occhiello di tutta la val Gardena. Abbiamo avuto la fortuna di arrivare a ridosso di un’abbondante nevicata che ha reso lo scenario ancora più emozionante e suggestivo di quanto ci potessimo immaginare. Piazze, strade, vialetti e tetti tutti imbiancati e lucette ovunque. Poi l’atmosfera di festa del Carnevale ( a cui tengono in maniera particolare gli abitanti del posto) ha reso il tutto ancora più magico. Senza dilungarmi troppo posso affermare con certezza che Ortisei ad oggi è il miglior posto “di neve” che ho mai visto!



Hotel Garni-Palances: anche la scelta dell’albergo da parte di Maria (dopo un mese di “studio”) non poteva essere migliore! Situato a pochi passi dal centro di Ortisei e meravigliosamente collegato con tutto (impianti sciistici, Mar Dolomit, Market, Stazione Pullman, Bar, Ristoranti etc.) il Palances è un B&B tre stelle superior che per rapporto qualità-prezzo-collocazione-convenzioni, mi sento davvero da consigliare a tutti. Stanze semplici, ma confortevoli con balconcino, vasca, letto comodissimo, colazione non troppo varia, ma abbondante e padrone e personale davvero cordiali ed educato.




Bolzano: se si va da quelle parti una tappa al capoluogo è doverosa! Il centro di Bolzano è davvero un bel vedere e per tutto il tempo della passeggiata sembra di essere davvero fuori dall’Italia. Ci siamo stati di giovedì grasso e la piazza centrale era tutto un festival di attrazioni e colori carnevaleschi. Bello.




Castelrotto: è un piccolo paesino che dista circa mezzora di pullman da Ortisei. Si visita tutto in un’oretta scarsa e per quello che offre non è necessariamente una tappa obbligata, ma se si decide di andare a Bolzano (visto che è di strada) una sosta la merita.

Alpe di Siusi: Ortisei è incantevole perché immersa nella vallata del Rio Gardena tra il Monte Rasciesa e il pendio Alpe di Siusi; la cima di quest’ultima può essere raggiunta grazie all’ovovia che in circa nove minuti vi farà risalire sopra i 2000 mt per ammirare il meraviglioso panorama sottostante. Sul monte siusi, oltre a sciare, si può partecipare a diverse escursioni a piedi, con le ciaspole o con la slitta trascinata dai cavalli. Io e Maria abbiamo optato per la "passeggiata" attraverso il bosco fino al “Rifugio Sanon”, molto impegnativa a livello fisico (circa due ore di marcia!), ma davvero suggestiva per lo scenario circostante. Consigliato!

Monte Rasciesa: ci si arriva utilizzando la Funivia ed è la meta preferita degli sciatori e di chi ama lo slittino come me. Per salire e scendere in slitta tutto il giorno bisogna investire 29€, ma la pista “Rasciesa” per gli slittini è la più divertente che abbia mai provato! Niente a che vedere con quela di Vigo di fassa di due anni fa, ma neanche con la “Rudy Run” dello scorso anno, da molti considerata la migliore di tutto il Trentino.Il “Rasciesa” è un tracciato studiato magnificamente per la discesa in slitta: 6 km di adrenalina pura tra chicane, tornanti e rettilinei velocissimi che, se si ha un po’ di abilità mista a spericolatezza, si possono percorrere senza mai fermarsi o rallentare. Un’esperienza davvero incredibile e divertente anche per uno come me, conosciuto nel mondo della velocità come “Il Prudente”. Da non perdere!



Mar Dolomit: un complesso di piscine- idromassaggio-bagno turco-sauna davvero ben realizzato che ha reso il nostro soggiorno ancora più piacevole. Immergersi nelle acque calde della piscina esterna e lasciarsi carezzare dai getti d’acqua sopra i 30° con tutto intorno la neve e le montagne completamente imbiancate non ha davvero prezzo. Dopo le “fatiche” quotidiane il “Mar Dolomit” è stato un “must” che non ci siamo lasciati scappare. Il prezzo di ingresso è di 10,30€, ma molti alberghi (come il nostro) regalano l’ingresso gratuito per tutta la durata del soggiorno. Se si va ad Ortisei andarci è d’obbligo, come è d’obbligo immergersi nel “bollitore” idromassaggio dopo il bagno all’aperto.
P.S. Il “Mar Dolomit” ha anche un ristorante che vale la pena provare.


Mauriz Keller: il migliore ristorante-pizzeria che abbiamo provato. Il tagliere tirolese è super, come del resto la pasta fatta in casa ed il resto; questo posto però è destinato ad essere ricordato da me per la pizza “Stella Alpina” (pomodoro, mozzarella, scamorsa, speck, salsiccia, funghi porcini tutto cotto rigorosamente nel forno a legna) la seconda pizza più buona che ho mai mangiato in vita mia!



Soviso: è un ristopub-bar dove fanno ogni sera musica dal vivo. Ci siamo stati un paio di volte ed abbiamo avuto la fortuna di ascoltare un duo rock che ha suonato e cantato delle cover in maniera fantastica mentre sorseggiavamo birra locale e caffè americano. Ogni giorno una serata a tema con la padrona molto simpatica che passa tra i tavoli a parlare e scattare foto.

Café del Corso: è il bar storico situato proprio al centro della piazza principale di Ortisei. Incantevole l’atmosfera che si respira nella sua saletta interna, buonissima la Sacher, ma “squillino le trombe”, è in questo café che ho bevuto il cappuccino (in formato maxi per giunta!) più buono di sempre! se solo ci penso mi viene la lacrima…

Conclusioni: la mini settimana-bianca da quando conosco Maria ha ormai per me la stessa importanza della vacanza estiva. Un appuntamento annuale che aspetto con emozione e trepidazione che mi lascia ogni volta una serie di sensazioni, di immagini e di ricordi che difficilmente riesco a provare visitando altre località. E' stato così per Moena (uno dei viaggi più belli ed intensi fatti insieme), per Bressanone (indimenticabile luogo dove ho chiesto a Maria di sposarmi)  e sarà lo stesso per Ortisei, perchè quest'ultima vacanza sulla neve, per una serie di motivi che non staròqui a dire, è stata forse la più bella e sicuramente la più “completa” di tutte e per questo destinata a rimanermi dentro...come del resto lo sono state tutte le emozioni vissute con la mia splendida Maria

sabato 2 febbraio 2013

DJANGO UNCHAINED - QUENTIN TARANTINO

Una settimana fa sono andato a vedere “Django Unchained”, ultima “fatica” cinematografica di Quentin Tarantino. Superato lo shock degli 8.20€ pagati all’ingresso (negli ultimi due anni sono entrato sempre gratis al cinema!) mi sono messo seduto bello comodo nella mia poltrona ed insieme a Maria, Diego e Luciano mi sono gustato lo spettacolo. Comincio con lo sgombrare subito il campo da eventuali equivoci: “Django Unchained” checché se ne dica non è uno spaghetti-western! Non lo è nelle tematiche trattate né nel modo in cui vengono raccontate; non lo è nella narrazione, nel ritmo e in senso più ampio non lo è neanche nel linguaggio cinematografico. Questo perché gli spaghetti-western, tranne qualche rara eccezione, sono film spazzatura, mentre questo Django è un film da un punto di vista estetico e di linguaggio davvero splendido. L’unico punto di contatto che ho trovato tra questo film ed il western all’italiana è riferibile semmai alla colonna sonora, ma  qui francamente il collegamento è talmente voluto e palese che è impossibile non notarlo. Se poi vogliamo dirla tutta DU non è neanche un western perché Tarantino ignora volutamente tutte le componenti che concorrono nella sua realizzazione e sinceramente non c’è tanto da stupirsi perché il buon Quentin non è nuovo a questi depistaggi: afferma di ispirarsi ai chambara giapponesi per la realizzazione di “Kill Bill” poi lo gira come uno spaghetti-western; fa credere che “Grindhouse” sarebbe stato un film sulle donne e i motori invece a conti fatti sembra più un episodio de “Ai confini della Realtà” di Hitchcock e in ultimo dichiara di rifarsi al film italiano di serie Z “Quel maledetto treno blindato” mettendo in scena invece “Bastardi senza gloria”, un film di una ricercatezza e di un’eleganza quasi “alla francese”. Allo stesso modo “Django Unchained” invece di essere uno spaghetti-western o un western e basta è in verità, per estetica e linguaggio, un film blaxploitation. Chiarito il discorso sui “generi” parliamo adesso del film. Mi è piaciuto? Non mi è piaciuto? Sicuramente non è il miglior film di Tarantino e nemmeno uno di quelli che rivedrei volentieri tra qualche mese, ma con questo non me la sento di scrivere che sia un film brutto. Chi ama il cinema di Tarantino probabilmente amerà anche DU perché grossomodo ci troverà dentro tutto lo stile e i vezzi del regista americano: personaggi estremamente caratterizzati, dialoghi serrati e sopra le righe, omaggi e citazioni come se piovessero, bellissima colonna sonora, grandi interpretazioni, regia brillante e bla bla bla. Tutto molto bello se non fosse che questo film al dunque manca maledettamente di sostanza! Mi spiego meglio: in due ore e mezza abbondanti di pellicola io non mi sono mai sentito coinvolto nelle vicende dei protagonisti, nella loro missione di salvezza e poi in quella della vendetta. Unico momento di tensione emotiva del film è la cena finale che però puntualmente e senza sorprese culmina nella scena di violenza quasi splatter che per come è costruita e presentata, abbiamo ormai già visto e rivisto nei film di QT. Concludo il mio commento con un appunto sulla durata esagerata del film che se raccontato in un paio d’ore (anziché quasi tre!) sarebbe stato sicuramente più gradevole e avvincente e soprattutto ci avrebbe risparmiato quella lunga-lunghissima e faticosa parte centrale che a visione terminata non aggiunge nulla al film. Nonostante tutto questo però “Django Unchained” va sicuramente visto, senza fretta e magari gratis o a prezzo ridotto, ma va visto.

P.S. davvero incommentabile la comparsata ai limiti del patetico di Franco Nero!