giovedì 28 novembre 2013

JOYLAND - STEPHEN KING


Si lo ammetto non sono un fan sfegatato di Stephen King e ho sicuramente visto più film tratti dai suoi racconti che letto i racconti stessi. Tra questi ho avuto la fortuna di vedere (ed in parte leggere) capolavori assoluti come "Il miglio verde" e "Misery non deve morire", ma anche film meno acclamati da critica e pubblico che però a me sono piaciuti parecchio come "A volte ritornano", "Brivido" e "IT" (parlo del film, non del romanzo che è fantastico!). Per questo motivo quando diversi mesi fa è uscito "Joyland", il suo ultimo romanzo, io non sono stato tra quelli che l'ha preso per primo o addirittura pre-ordinato, ma semplicemente sono stato uno di quelli che ha atteso lo sconto del 30% per acquistarlo per poi metterlo nello scaffale della libreria in attesa del momento giusto per cominciare a leggerlo; momento giusto che è arrivato solo pochi giorni fa quando con una certa diffidenza ho cominciato a sfogliarne le prime pagine prima di addormentarmi. E le prime pagine rapidamente sono diventate capitoli e le 23 sono diventate subito le 2 di notte! "Joyland" infatti già dai primi passaggi ti coinvolge nella storia al punto di non vedere l'ora di avere mezzoretta libera per andare avanti nella lettura! Devin Jones, "Jonesy" per gli amici, è il fantastico protagonista della storia, un io narrante che arrivato intorno alla sessantina ne approfitta per raccontare l'indimenticabile estate dei suoi ventuno anni. Lo Stephen King che torna due anni dopo "22/11/63" e quattro dopo "The Dome" sembra uno scrittore più rilassato che confeziona un romanzo intenso che parla di amore, di vita vissuta, di morte, di un fantasma e (ovviamente) di un mistero da risolvere. Non c'è horror in "Joyland" ed il thriller, seppur presente, è trattato in secondo piano rispetto all'appassionante storia di Dev e del suo passaggio dall'età giovane a quella adulta con tutte le gioie e i dolori ad esso collegati. Tra inquietudini, misteri, umorismo e riflessioni Stephen King confeziona un racconto dal ritmo perfetto che vi farà affezionare velocemente ai protagonisti e vi stregherà al punto di sperare che non finisca mai...

mercoledì 27 novembre 2013

CANI SCIOLTI - BALTASAR KORMAKUR


Il "Buddy Cop" è un (sotto)genere cinematografico che a me piace moltissimo fin dai tempi di "Arma Letale" e che proprio per questo a modo mio ho provato anche ad omaggiare in "Hoster 2". Purtroppo dopo la fortunata serie curata da Richard Donner e fatta eccezione forse solo per i "Bad Boys" di Michael Bay e i "Poliziotti di riserva" di Adam McKay (che a me era piaciuto molto!), non ci sono stati più buddy movies che in qualche modo mi ha fatto sussultare; è come se il cinema hollywoodiano imporovvisamente abbia deciso di ignorare questo genere di film e lo abbia fatto circa fino ad un annetto fa quando inaspettatamente nelle sale cinematografiche è cominciata a ricomparire qualche pellicola interessante come "The Last Stand" con Arnold Schwarzenegger, "Bullet to the head" con Sylvester Stallone ed il criticatissimo (ma secondo me davvero carino)"R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà" con Jeff Bridges. Di questa nuova (e fortunata!) ondata di film quello che mi è piaciuto di più è sicuramente "2 Guns" arrivato da noi col solito titolo storpiato, "Cani sciolti", diretto dall'islandese Baltasar Kormakur ("Contraband"). Protagonista di questo film, tratto dall'omonima miniserie a fumetti, è la convincente coppia Denzel Washington-Mark Wahlberg che guida lo spettatore attraverso un già visto, ma sempre efficace, canovaccio fatto di inganni e tradimenti che porterà i due protagonisti ad essere come al solito soli contro tutti. La regia è piuttosto spigliata, il ritmo serrato ed infarcito di colpi di scena ed il finale inclalzante anche se non molto sorprendente. Insomma "Cani sciolti" pur mostrando degli evidenti limiti di "scrittura" e peccando imperdonabilmente in chiave di umorismo è un bel film che regalerà agli amanti (e non) del genere un paio di ore di avvincente intrattenimento sia sulla poltrona di una sala cinematografica che sul divano di casa.

mercoledì 20 novembre 2013

GO NAGAI ROBOT COLLECTION

Tra le tantissime (ed inutili) uscite in abbinamento con i quotidiani da edicola, una ha colpito la mia attenzione, quella dedicata ai Robot di Go Nagai. Il motivo è presto detto: coi vari Jeeg, Goldrake e i Mazinga ci sono cresciuto e ancora oggi fanno parte di me e del mio immaginario. Per questo motivo, ed anche per il prezzo accessibile della prima uscita, quella dedicata al robottone componibile guidato da Hiroshi, ho deciso che l'avrei acquistato; ma dalla decisione di farlo all'avere il modellino in casa la strada è stata lunga e faticosa! reperire infatti questi due primi robot (Jeeg appunto e Goldrake) è stata inaspettatamente una delle imprese più difficili degli ultimi anni alla pari con "Topolino 3000", "Horse Racing" e "Mario & Yoshi Sunshine". Non è bastato infatti ordinare la mia copia dall'edicolante di fiducia come faccio sempre per avere la certezza di averla! questi modelli sono andati letteralmente a ruba e la distribuzione nelle edicole è stata quantomeno sospetta! ad ogni rivenditore della mia zona, ma anche di diversi quartieri vicini sono state consegnate una o al massimo due copie che hanno scontentato tutti: venditori e consumatori! nonostante l'estenuante ricerca condotta edicola dopo edicola sono riuscito a trovare la mia copia solo attraverso internet e per fortuna al prezzo di copertina! dico per fortuna perchè su ebay adesso le prime due uscite della Go Nagai Collection vengono vendute a prezzi assurdi! chiudo il post con una domanda: come è possibile che su ebay ci siano venditori con 10-20 copie disponibili quando nelle normali edicole è quasi impossibile anche reperirne una? io un'idea me la sono fatta...

THE LEGEND OF ZELDA A LINK BETWEEN THE WORLDS - NINTENDO 3DS XL LIMITED EDITION

Tre giorni prima dell'uscita ufficiale ho messo le mani sul fantastico bundle "Nintendo 3DS XL Limited Edition + The Legend of Zelda - A Link Between the worlds"! non posso dare un giudizio sul gioco adesso perché sarebbe prematuro, ma scrivere subito che la console è davvero bellissima quello lo posso fare! datemi retta se siete amanti della grande N non fatevi scappare questa console perché sarebbe imperdonabile...

martedì 19 novembre 2013

NON AVEVO PIU' NIENTE - LEANDRO BARSOTTI

La prima volta che ho ascoltato un pezzo di Leandro Barsotti avevo poco più di sedici anni. Era un sabato pomeriggio come tanti altri quando insieme al solito gruppetto di amici entrammo da “Revolver”, uno dei negozietti di dischi più forniti che c’era al tempo a Roma, per dare un’occhiata alle novità e fare acquisti. In tasca avevo poco meno di 20.000 lire che mi dovevano bastare per comprare il biglietto dell’autobus per il ritorno ed un CD come auto-regalo per l’imminente Natale. Senza pensarci troppo andai sparato verso il reparto dedicato ai cantanti italiani e una volta arrivato davanti alla lettera B presi la mia copia di “Come un cammello in una grondaia” di Franco Battiato. I miei amici non erano stati veloci nella scelta come lo ero stato io, così mentre loro discutevano su quale album fosse meglio prendere tra “Nevermind” dei Nirvana, “Innuendo” dei Queen e “Dangerous” di Michael Jackson io continuai a girare tra gli scaffali del negozio fino ad arrivare davanti ad una piccola vetrina con gli album in offerta. Tra quelli esposti uno attirò immediatamente la mia attenzione per via dello strano titolo. Anche se comprandolo sapevo bene che non avrei avuto i soldi per il biglietto di ritorno, lo portai lo stesso con me alla cassa: quell’album era “Il caso Barsotti” di Leandro Barsotti.

Da quel lontano sabato pomeriggio del 1991 è trascorso moltissimo tempo, i miei sedici anni hanno lasciato il posto ai quasi quaranta e gli album di Leandro Barsotti da uno sono diventati otto. L’ultimo (disponibile ora in tutti i digital-store e nei negozi specializzati) dal titolo “Non avevo più niente” arriva tredici anni dopo “Il segno di Elia” e rappresenta il regalo che il cantautore padovano (d’adozione) ha voluto fare a se stesso e agli “amici” per i suoi cinquant’anni. Distribuita dalla Artis Records, l’ultima “fatica” discografica di Leandro Barsotti è un lungo ed emozionante viaggio raccontato attraverso una raccolta di nove brani inediti (più “E se questa fosse l’ultima” omaggio all’amico Lucio Quarantotto) pieni di emozioni e di visioni. “Non avevo più niente” è un album intimo e sorprendente, una vera e propria dichiarazione d’amore verso la musica da parte dell’autore che è tornato sulla scena sfoggiando una maturità artistica di assoluto livello, in passato già esibita in brani come “Siamo gli uomini migliori”, “Dio beve champagne” o “Un’altra vita”. In alcuni brani dell’album, come “Maria” e “Nella stanza”, la voce di Barsotti graffia e apre ferite nell’anima, in altri, come “Rosso sangue salato” e “Non avevo più niente” a sorprendere è il linguaggio; in particolare trovo che proprio nel pezzo che da il titolo al disco ci sia la vera essenza del cantautore, tutto il suo stile e le sue contraddizioni costruite attraverso l’utilizzo di testi ricchi di amara-ironia mossi da arrangiamenti pop anni ’90 che una volta entrati nella testa non ne escono più. Completano la tracklist le itineranti “Malindi” e “Piazza San Sebastiano” e le poetiche “Maddalena”, “Sensi” e “Come ci si innamora”. Tredici anni sono stati una lunga attesa, ma a conti fatti ne è valsa davvero la pena perché “Non avevo più niente” di Leandro Barsotti è un album prezioso, che forse non sarà destinato ad entrare nelle classifiche per restarci, ma nei cuori di chi saprà capirlo ed apprezzarlo sicuramente si.





lunedì 18 novembre 2013

SUPER 5 - PARKER

Era metà dicembre del 2003 e stavo all'interno del bellissimo negozio "Piccolo Bazar" di Roma alla ricerca di qualche idea regalo carina per i miei nipoti, quando la mia attenzione fu attirata da un gioco di cui non avevo mai sentito parlare: "Super 5". La breve descrizione presente sul retro unita alle foto che ne illustravano il contenuto mi convinsero immediatamente all'acquisto. "Super 5" infatti faceva parte del filone fortunato di giochi di carte tipo "Uno" e "Solo" coi quali mi ero divertito a giocare tutta l'estate. Rispetto ai suoi "fratelli" più famosi, il gioco prodotto dalla Parker però presenta un paio di importanti differenze: il limite di gioocatori fissato a cinque e soprattutto una confezione in plastica davvero molto bella che contiene al suo interno il mazzo di 77 carte, il regolamento e le cinque pulsantiere segnapunti. Per quanto riguarda le dinamiche di gioco, queste non si discostano di molto da quelle degli altri giochi di carte precedentemente citati: ogni concorrente parte con un mix casuale di dieci carte numerate (da 0-7) in mano e giocandone una per volta a turno ha come obiettivo quello di portare,senza superarlo, il conteggio totale a 21 cercando successivamente di essere il primo a buttarle giù tutte. Ovviamente il gioco è molto avvincente grazie all'introduzione di una serie di carte jolly (inverti il senso del giro, salta turno, prendi 1 o 2 carte dal mazzo, riporta il conteggio a 0, 10 o 21, ridistribuisci le carte e la temutissima carta Killer!)che giocate al momento giusto avvantaggiano chi le scarta e penalizza uno o tutti gli avversari. Vince la sfida il concorrente che alla fine del gioco ha mantenuto almeno un punto sul suo segnalino. Nel corso degli anni purtroppo "Super 5" è inspiegabilmente sparito dagli scaffali dei negozi ed oggi è praticamente introvabile anche su internet, ma per fortuna io ho la mia preziosa copia sempre a portata di mano che non perdo occasione di tirare fuori ogni Natale per passare un'oretta di divertimento(garantito)in compagnia.

sabato 16 novembre 2013

DEAD IN TOMBSTONE - ROEL REINE'

Un paio di giorni fa ho avuto la (s)fortuna di vedere gratis "Dead in Tombstone" l'ultimo film di Roel Reiné. Pensavo che sarebbe stato un gustoso antipasto nell'attesa del sequel di "Machete" di Robert Rodriguez, ma mi sbagliavo perchè il regista olandese non è Rodriguez e nemmeno Sam Raimi (anche se si "atteggia" a ricalcarne lo stile!)e per questo confeziona un film davvero brutto, piatto e noioso. Non è sufficiente infatti mescolare i generi horror-western-fantasy-action per avere la garanzia di successo, come non basta mettere un cappello da cowboy e una pistola in mano all'icona pulp del momento Danny Trejo per sperare di sfondare al botteghino. Il "tough guy" americano infatti se non è supportato e circondato da un cast importante (vedi appunto i due "Machete")con la sua mono-espressione alla lunga (ma anche alla corta!)stanca e annoia scadendo quasi nel patetico; con tutto il rispetto trovo sia stato un suicidio affidargli il ruolo di assoluto protagonista perchè ormai il suo "personaggio" è stato stra-sfruttato e non ha più nulla da dire. Se poi ad un protagonista goffo ed appesantito, incapace addirittura di tenere due pistole in mano in maniera credibile, vengono affiancati tutta una serie di personaggi privi anche della più misera caratterizzazione e di un qualsiasi spessore (compreso il "pacchiano" Mickey Rourke-Satana), una fotografia da telefilm di Rete4, una colonna sonora colpevolmente assente e degli effetti speciali in stile iMovie, il gioco è fatto ed il flop inevitabile! "Dead in Tombstone" secondo me per tutti questi motivi è (tra quelli che ho visto) il film più brutto dell'anno, forse addirittura degli ultimi cinque, perchè oltre a far acqua da tutte le parti ha una presunzione stilistica (vedi continue zoomate, scene a rallentatore, accelerazioni e tagli)completamente fuori luogo! evitate come la peste questo no-western, no-horror, no-fantasy, no-action privo di una qualsiasi forma di ironia e di mordente che dopo quasi due ore di proiezione non lascia niente nello spettatore fatta eccezione per quella fastidiosa sensazione di ennesima occasione persa...

mercoledì 13 novembre 2013

DEATH METAL - TITO FARACI

Avevo letto parecchie storie del Tito Faraci sceneggiatore (per la Bonelli e la Disney), ma nessuna del Tito Faraci scrittore ("Oltre la soglia"), almeno fino a due giorni fa quando ho iniziato a sfogliare il suo "Death Metal". A convincermi della spesa (15.50€ a prezzo pieno non sono pochi!) sono stati l'ambientazione "Oltrepò Pavese" che conosco molto bene grazie alle origini di mia moglie, l'incipit "classico" alla base del racconto ed in ultimo, non mi vergogno ad ammetterlo, la copertina! mosso da questi presupposti mi sono auto-regalato questo libro per il compleanno ed appena ho avuto un pò di tempo libero ho cominciato a leggerlo. Lo stile narrativo del Faraci-scrittore, almeno in questo "Death Metal", sinceramente non mi ha convinto molto e i paragoni con King e Golding (riportati in quarta di copertina!)  li ho trovati oltre che eccessivi, completamente fuori luogo. "Death Metal" infatti è un racconto dalle trame e dai contenuti piuttosto sfruttati che non brilla certo per originalità e per costruzione del plot! per essere un thriller manca colpevolmente di tensione e crea in ritardo nel lettore (che in questo caso sarei io!) quell'aspettativa tipica del genere. Insomma questo DM è figlio del filone "gruppo di ragazzi che si perde nel paesino ai confini del Mondo abitato da pazzi organizzati" di cui era già piena la letteratura e la cinematografia e ha come difetto principale il fatto di non aggiungere nulla a quanto era stato raccontato fino ad oggi. Anche la "retro-storia" di quello che dovrebbe essere il protagonista l'ho trovata piuttosto debole e fine a se stessa soprattutto perché non mi è sembrata rilevante nell'economia complessiva del racconto. Se a tutto questo aggiungiamo un finale piuttosto banale e sbrigativo ci rendiamo conto di non trovarci davanti ad un capolavoro, ma semplicemente ad una storiella "dark" che si legge in un paio di giorni e forse più adatta au un quindicenne piuttosto che a un quasi quarantenne come me. 

I DELITTI DEL BARLUME

Ero molto curioso di vedere "I delitti del Barlume", una miniserie tv di due episodi auto-conclusivi in esclusiva su SKY. Il primo, definiamolo, film dal titolo " Il Re dei giochi" è andato in onda due giorni fa, mentre il secondo, "La carta più alta", verrà trasmesso lunedì prossimo. La mia curiosità per questa produzione era figlia di due fattori: la presenza come protagonista di Filippo Timi ed il fatto che si trattava dell'adattamento cinematografico di due racconti di Marco Malvalti. A visione (faticosamente) ultimata la delusione è stata pressoché totale perché "I delitti del Barlume" non è niente altro che una fiction come tante altre che mi sarei aspettato di vedere su Rai 1 o Canale 5 e non di certo su uno dei canali di punta di Sky! Rispetto al romanzo da cui è tratto, questo "Il Re dei giochi" manca totalmente di ritmo, di tensione, di umorismo ed è girato in modo davvero "scolastico"; non c'è un personaggio interessante o con un minimo di spessore e le svolte narrative di cui doveva essere pieno questo mini-film sono ridotte all'osso e davvero mal costruite. Ne consegue che il prodotto finale è davvero mediocre sotto tutti i punti di vista anche quello della recitazione: i quattro pensionati in 90' di proiezione non sono mai stati credibili o simpatici ed anzi li ho trovati quasi fastidiosi col loro dialetto molto accentuato; anche Filippo Timi, che reputo un grande attore, si è adeguato alla mediocrità del film fornendo un'interpretazione piatta ed impersonale. A conti fatti gli unici motivi che mi spingeranno a guardare la seconda parte sono la splendida location, quella Marciana Marina in cui ho trascorso un'indimenticabile vacanza ed Enrica Guidi  la bellissima barista co-protagonista della miniserie.

PER FESTEGGIARE IL POST N.1000

Ho deciso di pubblicare il cortometraggio al quale sono più legato, quello che mi sono più divertito a realizzare e quello che più di altri rappresenta la mia idea di fare "cinema". Sto parlando di "Hoster", un corto che tutti quelli che l'hanno già visto magari avranno il piacere di rivedere e quelli che non l'hanno ancora fatto spero che incuriositi schiacceranno sul tasto play!  

sabato 9 novembre 2013

L'ISOLA PROIBITA - UPLAY EDIZIONI

Visto che negli ultimi tempi in maniera inaspettata e prepotente è ri-esplosa in me la vecchia passione per i "Giochi da tavolo" (o se preferite "Giochi di società") ho deciso di aprire sul blog una piccola rubrica dedicata a questo divertente passatempo che spero possa fornire qualche utile indicazione a chi è interessato all'argomento. Le mie definiamole "recensioni" non avranno nulla a che vedere con quelle super argomentate ed approfondite dei ragazzi de "La Tana dei Goblin" (che vi consiglio di andare a leggere prima di procedere ad ogni eventuale acquisto ludico), ma saranno solo delle raccolte personali di sensazioni provate durante il gioco che  ho piacere di condividere con chi mi segue. Ora però bando alle ciance e via con la prima rece: 

L'ISOLA PROIBITA - UPLAY EDIZIONI 
Si lo ammetto per i giochi a tema "isolano" ho un vero e proprio debole! la prima cotta l'ho avuta per "L'Isola di Fuoco", il famoso cult degli anni '80, che è stato e resta uno dei miei giochi preferiti col quale giocherei ad oltranza senza stancarmi mai; poi ho avuto una leggera infatuazione per "Jamaica" , un coloratissimo  e dinamico gioco che mi regala ogni volta ore di puro divertimento; con "The Island" è stato invece un vero e proprio colpo di fulmine: la sua leggerezza unita ad una buona dose di  strategia mi hanno coinvolto da subito ed indipendentemente dal numero di concorrenti in gara mi piace davvero molto. Poi c'è stato un'amore più saggio e più maturo, ultimo solo in ordine di tempo rispetto agli altri , quello per "L'Isola Proibita", un vero e proprio gioiello che brilla luminoso nella mia quasi trentennale collezione. Si tratta di un gioco cooperativo di carte e tessere per 2-4 giocatori dalle meccaniche davvero molto semplici ed efficaci che garantiscono un bel pò di "avventura" e divertimento. In due parole lo scopo del gioco è recuperare i quattro Artefatti Sacri degli elementi Terra, Vento, Acqua e Fuoco e decollare dall'Isola prima che questa sprofondi nell'acqua. La sensazione della corsa contro il tempo è resa davvero molto bene ed il possibile mix tra esploratori, livelli di difficoltà e schemi isola disponibili dovrebbero garantire una discreta longevità. Personalmente dopo averci giocato la prima volta mi è venuta subito voglia di rigiocarci e lo stesso è accaduto a Maria, mia moglie nonché per l'occasione mia compagna di "puntellamento". Se dovessi per forza trovare un difetto a questo gioco lo ricercherei nella componente "pesca-fortunata" che trovo troppo rilevante ai fini del risultato finale della sfida. Fatta eccezione per questo aspetto, il gioco della Uplay non ha altri difetti e secondo me merita senza dubbi l'acquisto anche e soprattutto in relazione al rapporto qualità-prezzo, alla componentistica di ottima fattura ed alla scatola di latta decorata in rilievo davvero molto molto bella. Concludo con due consigli: 
1. Se decidete di acquistarlo fatelo direttamente dal sito della Uplay perchè è il più economico (circa 20€), la spedizione è gratuita e velocissima e i ragazzi sono molto disponibili in caso di problemi (io non ho trovato l'indicatore livello acqua nella confezione). 
2. Recuperate subito su internet lo schema delle "Isole Misteriose" perchè vi regalerà più varietà e ore di gioco.

LE AVVENTURE DI GUNTHER BRODOLINI

Non conoscevo Alessandro Gori e non ero (o sono) un seguace del suo famoso blog “Lo Sgarabonzi”, ma incuriosito da una divertente ed argomentata recensione scritta da un mio ex-insegnante (online) di sceneggiatura ho deciso di prendere il suo ultimo libro “Le avventure di Gunther Brodolini”. A convincermi dell’acquisto, oltre alla curiosità, il prezzo (circa 6 euri!) e l’insolito formato rettangolare stretto e lungo capace di mandare in tilt il senso geometrico dell’ordine e dell’equilibrio di un fissato come me! concepito come il diario personale del giovane protagonista Gunther, un mocciosetto tenero e allo stesso tempo crudele, questo libro di racconti brevi, cronologici ed auto-conclusivi  a me a conti fatti non è piaciuto; riconosco delle trovate interessanti ed anche diversi spunti divertenti ed intelligenti, ma in linea generale non ho amato e non amo l’umorismo nero, marcio e psichedelico di cui sono intrise le sue pagine. Ci sono dei racconti che addirittura mi hanno dato anche un po’ fastidio perché li ho trovati eccessivamente “forzati”, ma sicuramente il tutto fa parte dello stile dell’Autore che io non ho completamente apprezzato; ma se da una parte l’atmosfera generale dei racconti non mi ha convinto, dall’altra mi sono piaciuti parecchio i giochi verbali e l’uso geniale dei nomi, uno su tutti: “Emerda - il cioccolato che non ti aspetti!”. 

giovedì 7 novembre 2013

IL MIGLIOR VIDEOGIOCO DELL'ANNO!

Ci sto giocando ad oltranza. E' un gioco bellissimo, divertente ed originale supportato da un comparto grafico spettacolare. La possibilità di giocarci sul televisore o sullo schermo del pad in giro per casa secondo me è fenomenale ed aggiunge un paio di punti in più al mio (già alto) indice di gradimento! siccome ne avrò da giocare ancora per molto non mi addentrerò in discorsi più approfonditi, ma vi darò un consiglio: se avete una Wii U uscite ed andate a comprarlo, se non avete una Wii U beh peggio per voi!

lunedì 4 novembre 2013

FC MEZZA BRENTA - SHARKS 8-5

La sfida contro gli Sharks, almeno sulla carta, appariva come un test piuttosto agevole per la corazzata dell'FC Mezza Brenta in serie positiva da ben sei turni. Sul campo però, come spesso accade, le cose non sono andate così lisce come ci si aspettava alla vigilia e i blues si sono dimostrati avversari davvero duri da battere, sicuramente i più ostici affrontati finora in questo 19°SCO. Mister De Martino, impegnato nelle ultime settimane nel doppio ruolo allenatore-giocatore, aveva cercato invano di tenere alta la concentrazione dei suoi ragazzi puntando sull'entusiasmo dei risultati e sul ritrovato impiego di Pietropaoli S. dato sicuro assente fino a poche ore dall'inizio del match; assenti invece alla fine lo sono stati Sponza (giustificato) e Caputo (ingiustificato)fermati rispettivamente da un piccolo intervento chirurgico e da altro impegno sportivo. Le reteirate assenze dell'ex capitano, soprattutto per i tempi ed i modi in cui sono avvenute, hanno creato un evidente malcontento all'interno della squadra; per questo motivo a fine gara l'FC Mezza Brenta ha deciso (a malincuore) di comune accordo con Caputo di interrompere, almeno per il momento, il proprio rapporto col giocatore. Al nostro ex numero 7, autore di tante belle partite ed altrettanti gol, tutto lo staff augura il più caloroso in bocca al lupo per la sua nuova avventura calcistica. Tornando ai biancoverdi, nonostante le raccomandazioni del Mister, l'approccio alla sfida è stato uno dei più morbidi e timorosi degli ultimi mesi. Squadra lenta e contratta che lascia da subito l'iniziativa in mano agli avversari che in pochi minuti si portano in doppio vantaggio grazie alla complicità di Pietropaoli G. e di una difesa piuttosto distratta. Sotto 0-2 chi si aspettava una pronta reazione di Calamari e compagni è rimasto deluso, perchè fatta eccezione per un paio di buone occasioni capitate sui piedi di Favro e Pietropaoli S. si è visto ben poco. Anzi il Mezza ha rischiato in più di un'occasione di capitolare e solo l'imprecisione degli avversari sotto rete ha permesso ai biancoverdi di non ritrovarsi sotto di diversi gol a metà primo tempo. A dare la tanto attesa scossa allora ci pensa il De Martino-giocatore, autore di una pregevole doppietta in pochi minuti che riporta la gara in pareggio; pareggio che dura poco perchè un determinato Calamari si lancia su una palla lunga che sembra persa ed in anticipo gela l'estremo avversario. Col risultato di 3-2 si chiude la prima frazione di gioco. Nella ripresa il Mezza sembra entrare in campo con più piglio e grazie ad un'ispirato Favro segna ancora due volte portandosi su un più sicuro 5-2. Avanti di tre gol Lepore e compagni commettono il solito errore di abbassare il proprio raggio di azione lasciando troppo campo agli Sharks che in pochi minuti inaspettatamente rientrano in partita accorciano fino al 5-4. Con la gara ancora in bilico ci vuole così l'esperienza di Pietropaoli S. e De Martino per allungare ancora portando il risultato su un più sicuro 7-4. A pochi minuti dal triplice fischio finale un rigore per i Blues ed un tiro libero del sempre più bomber Favro fissano il risultato su un meritato 8-5 finale che regala al MB tre punti, matematica qualificazione ai playoff e primo posto solitario. Uniche note stonate della serata la brutta prestazione di Lepore, che speriamo possa tornare l'ottimo giocatore del Torneo estivo e l'infortunio all'emitorace di De Martino che lo terrà circa un mesetto lontano dal campo di gioco. Senza di lui, senza Pietropaoli S. e senza Caputo queste ultime tre giornate di girone eliminatorio saranno più complicate del previsto e non essendo possibile questa volta la "soluzione-interna" sarà compito del Mister e dello Staff trovare nel più breve tempo possibile uno o due elementi buoni e complementari al gruppo.