giovedì 10 gennaio 2013

VITA DI PI 3D - ANG LEE

Dopo quasi un mese di insistenti pressioni Maria (sfinita!) ha finalmente ceduto e mi ha accompagnato al cinema a vedere “Vita di Pi 3D”. L’ultimo film di Ang Lee era uno di quelli che mi incuriosiva di più tra i presenti in sala perché tratto dall’omonimo libro di Yann Martel, da molti considerato uno dei dieci romanzi più belli mai scritti da sempre. Non avendo letto l’opera originale dello scrittore canadese non sono in grado di esprimere un giudizio sul suo adattamento cinematografico, ma nonostante questo, a sensazione, mi azzardo nel dire che secondo me parecchi “contenuti” del romanzo, uno su tutti l’approfondimento spirituale del protagonista, non sono stati trattati nella loro complessità e fino in fondo. Magari mi sbaglierò, ma mentre guardavo il film ho avuto più volte l’impressione di trovarmi davanti a dei concetti non finiti; introdotti, abbozzati e poi lasciati sfumare via in dieci scene. Nonostante questo “Vita di Pi” dal punto di vista della storia è un bel film, non un capolavoro come ho sentito troppo frettolosamente gridare in giro, ma comunque un bel film raccontato “oralmente” in maniera semplice e per certi versi anche classica. Personalmente ho trovato la distribuzione complessiva del film, in termini di ritmo, non molto efficace perché ad un prologo ed un epilogo molto sbrigativo fa da contro-altare una parte centrale molto lenta ed eccessivamente prolungata. Stessa cosa non si può dire di certo della narrazione che, tecnicamente fluida ed impeccabile, ha il gran merito di snellire parecchio l’ora abbondante di deriva di ragazzo e tigre nell’oceano. Non scrivo volutamente nulla sulla storia e sui suoi protagonisti per non correre il rischio di rovinare l’attesa di chi ha intenzione di andarlo a vedere. Concludo il mio commento spendendo solo altre due doverose e meritate parole sullo sfarzoso impianto tecnico messo su per l’occasione: una vera gioia per gli occhi che trova il suo apice massimo dal naufragio in poi. Se da una parte l'impatto visivo è davvero notevole, lo stesso purtroppo non si può dire per la stereoscopia che, quasi ai suoi minimi storici, non aggiunge nulla in termini di profondità di campo, di pop-out e conseguentemente di suggestione. Chi l’ha “stereoscopicamente” paragonato ad Avatar ha commesso un vero e proprio delitto! Al di là dei giganteschi significati a cui rimanda, ma che a me sinceramente non sono arrivati (almeno non tutti), considero “Vita di Pi” un buon film che può comunque essere comodamente gustato sul divano di casa propria.

Nessun commento: