lunedì 19 settembre 2011

VOGLIO LA VIDEOCASSETTA DI SUPER 8

Locandina in stile "Drew Struzam" 
Dopo una lunga, lunghissima attesa ieri sera finalmente sono riuscito ad andare a vedere Super 8, uno dei film se non IL film di cui aspettavo con più ansia l'uscita per una serie di motivi che proverò a spiegare nelle prossime righe partendo da quello più importante: con Super 8 ero speranzoso di poter ritrovare la magia della mia adolescenza andata (in parte) persa con il passare degli anni; quella magia e quel senso di immedesimazione che avevo provato guardando i Goonies, Explorers, Piramide di Paura, E.T. e Giochi Stellari, tutti teen-movie prodotti dalla Amblin tornata a produrre un film, Super 8 appunto, dal lontano 1991. Ero talmente eccitato al solo pensiero di questa nuova uscita che non ho voluto volontariamente documentarmi sul film proprio per non rischiare di rovinarmi poi la sorpresa; unica eccezione è stata la visione di due teaser che fortunatamente non svelavano molto dei contenuti della pellicola, ma che per presentazione, per qualità ed atmosfera mi ha fatto sorgere il (coinvolgente) dubbio che Super 8 potesse essere addirittura un film di Steven Spielberg proprio dell'epoca andato perso, ritrovato e poi distribuito in sala. Ovviamente Super 8 non è niente di tutto ciò, ma è più semplicemente un grande omaggio ai film della Amblin appunto degli anni '80. E questo lo si capisce già dai titoli iniziali con la quasi dimenticata bicicletta di Elliot ed E.T. e la scritta Amblin Entertainment (primo brivido!) a presentare il film che già dai primi minuti si dimostra per quello che è, ossia un grosso contenitore di tutta la mia (e dei miei coetanei) giovinezza cinematografica. Non manca proprio nulla, c'è tutto: le famose BMX, i walkie-talkie, il walkman, i ragazzini coi zainetti sulle spalle (che lanciano oltre la rete per poi scavalcarla) e poi i conflitti familiari coi padri assenti, le sorelle più grandi coi pantaloncini cortissimi e le camicie annodate sopra l'ombelico e le mamme morte. Tecnicamente non mancano i grandi movimenti di macchina, la pellicola volutamente sgranata, un mostro che non si vede fino a mezzora dalla fine del film, il bambino protagonista introverso e sognatore, quello grasso e quello ciarliere oltre alla bellissima bambina bionda che è il vero crack della storia (la bravissima Elle Fanning sorellina minore di Dakota tanto per dire che il DNA non mente!). Tutto questo lo ritroviamo nella prima parte del film che J.J. Abrams mette in scena in maniera fantastica modellando il suo stile sull'immaginario di Spielberg in maniera davvero ineccepibile senza sbagliare un taglio, un'inquadratura e donando alla pellicola un ritmo davvero travolgente grazie anche all'introduzione dello script principale della storia e ad una caratterizzazione dei personaggi davvero davvero convincente. Dopo aver visto un'ora di film e dopo aver visto la scatola della macchina del deserto di Big Jim sul letto del bambino regista e le confezioni di pellicola kodak ho avuto un sussulto interiore che mi ha fatto gridare e sperare al capolavoro! ma improvvisamente da quando Elle viene rapita in poi il film perde improvvisamente e troppo rapidamente di vivacità, di interesse e di tono e lo script fino a quel momento davvero bellissimo si accartoccia su se stesso diventando prima risolto troppo superficialmente, poi confuso ed infine (ahimè!) anche un pò noioso; e la storia in questa inaspettata involuzione purtroppo coinvolge anche i personaggi (che a più di mezzora dalla fine non hanno più nulla di "cinematograficamente" interessante da dire) fino al tanto atteso e "classico" (per la Amblin) elemento "fantastico" finale che nel momento in cui è mostrato ha perso notevolmente di fascino fino a risultare forzato. Questo però non vuol dire che Super 8 non mi sia piaciuto, anzi per molti lunghissimi tratti l'ho "amato" ed anche il finale strappalacrima con tutti i protagonisti in strada sudati e commossi che si danno la mano guardando in alto verso la luce abbagliante mentre la m.d.p indietreggia e sale mi sta bene perchè un film della Amblin "deve" finire così, l'unica cosa che contesto è la scelta di alcune svolte narrative (ripeto) nella parte finale che potevano essere risolte molto meglio e che ci avrebbero regalato un "qualcosa" destinato a rimanere nel cassetto dei ricordi. Invece la sensazione finale che mi resta è quella dell'amaro in bocca per essermi quasi illuso che Super 8 potesse essere destinato a "rimanermi dentro" come era successo con E.T, coi  Goonies e con Explorers, capendo invece subito che non sarebbe stato così. Una cosa che comunque mi è rimasta è la voglia di riprendere i miei Big Jim dalla soffitta di casa e quella di comprarmi una bmx! concludo con una nota: carina la scelta di chiamare le industrie chimiche del corto finale Romero (padre degli Zombie!) e con un consiglio alla Amblin: a Natale fossi in loro farei uscire un'edizione speciale del film col disco blu-ray insieme alla videocassetta! se lo facessero sono sicuro che farebbero "il botto" di vendite ed io sarei tra primi a comprarlo!

1 commento:

Eva ha detto...

Ok. Ora che l'hai visto posso parlare liberamente! :D

Dunque,premetto che,a vedere questo film,mi ci hanno trascinata inneggiando al capolavoro... Ma,ahimè..così non è stato.

Inizialmente vedendo questa sorta di "cinema nel cinema" ho iniziato ad appassionarmi alla vicenda, i bimbi che giravano un film sugli zombie mi hanno fatta sorridere, capirai il motivo. :) Successivamente.. Ho trovato emozionante il momento del deragliamento del treno... anche se speravo che sulla pellicola fosse rimasto impresso qualcosa di VERAMENTE clamoroso...qualche cosa che andasse oltre al mostriciattolo bavoso, qualche cosa di molto misterioso che desse il via ad una concatenazione di eventi e circostanze talmente "intrippanti" da lasciare che il film venisse contaminato da altri generi cinematografici... E invece niente.
C'è da dire che,comunque, non sono una grande appassionata dei film sugli alieni per il semplice fatto che trovo sia esageratamente semplice scadere nel ridicolo. Questi mostri terrificanti di dimensioni gigantesche, umidicci e viscidi mi generano una sorta di rifiuto ,che si estende poi a tutta la cinematografia "aliena".

Ad ogni modo,i ragazzini sono davvero ben caratterizzati, hai ragione; simpatici, spontanei e preparati. Oltremodo rimarchevole, però, è solo Elle Fanning. Performance potente,estremamente talentuosa nel far emergere le emozioni più profonde. In più di un'occasione mi sono venuti i brividi sentendola recitare. Avrà un futuro brillante, senza ombra di dubbio. Molto commovente la sequenza del video della madre di Joe.. m'ha disintegrato il cuore quando ha detto (la riporto in inglese perchè in italiano non ho trovato la frase esatta e non la tradurrò per non rovinarne la magia.) "She used to look at me... this way, like really look... and I just knew I was there... that I existed." ...Meravigliosa.Nient'altro da aggiungere.

Non mi soffermerò sull'asse "Abrams-Spielberg"..perchè sei stato già esauriente, e anche riguardo i riferimenti agli anni '80..
Leggendo queste tue righe devo dire che il fatto di non averli propriamente vissuti,m'ha fatto rosicare un pochino.. perchè molte cose che ti hanno fatto rivivere belle emozioni io, chiaramente, non le ho colte.

Una sola cosa ho notato (grazie ai tuoi insegnamenti) : Durante la proiezione di "The Case" (che secondo me è stato uno dei momenti migliori del film), nominano una certa "Romero Chemicals" ! Ecco. Ho sorriso nuovamente. :D

P.s: Come cavolo ha fatto a sopravvivere il professor Woodward, dopo essersi volutamente schiantato contro un treno??