domenica 1 luglio 2012

L'ETERNA SFIDA ITALIA - GERMANIA

Nel calcio Italia - Germania è un classico, un pò come il Cremino lo è nel mondo dei gelati o Tex in quello dei fumetti. Una rivalità, quella con i tedeschi, che ha antiche radici e che va oltre il rettangolo di gioco sconfinando nel sociale e nel politico. Per questo motivo ogni volta che la nostra nazionale incontra quella teutonica la posta in palio è sempre più alta rispetto ai tre punti o al passaggio del turno e riguarda aspetti differenti che vanno dal rispetto, alla tradizione passando per un vago senso di rivalsa ed entro certi versi addirittura di "vendetta". Io oggi tutte queste sensazioni non le vivo in prima persona, ma di rimbalzo attraverso i racconti dei miei genitori e ancora prima in quelli di mia nonna che, pace all'anima sua, le guerre mondiali se l'è vissute vividamente entrambi al punto di piangere e cercare riparo in casa al frastuono di un temporale o di un fuoco artificiale di una festa estiva. Probabilmente è anche per questo che vincere contro la Germania lascia ogni volta un retrogusto più piacevole e duraturo rispetto ad altre vittorie. Il calcio per certi versi ci ha come restituito qualcosa nei confronti dei tedeschi, una gioia spontanea, intima e passeggera che purtroppo non ha un riscontro e un continuum sociale, economico e politico. E allora parliamo di calcio e di Italia - Germania. Se vi chiedessero qual'è il primo ricordo che avete di questa eterna sfida a voi cosa verrebbe in mente? probabilmente se avete cinquanta anni o giù di lì non ci sono dubbi che comincerete col raccontare "LA" partita, quell'Italia - Germania 4-3 che ha segnato un'epoca, che ha ispirato, racconti e film e che ha segnato in maniera indelebile l'immaginario calcistico nazional-collettivo di fine secolo scorso. Io però nel 1970 ancora non ero nato e quell'Italia - Germania messicana l'ho vissuta solo ed esclusivamente attraverso vecchie immagini in tv e soprattutto attraverso i racconti dei miei genitori, degli zii e delle persone più grandi nei bar. Ma per quanto può essere bello e raccontato bene un ricordo di un altro è sempre di un altro e non potrà mai essere come uno vero e tutto tuo. Per questo se mi domandassero qual'è il mio primo ricordo di Italia contro Germania io non avrei dubbi e risponderei quello della finale mondiale di Madrid del 1982.  Al tempo avevo sei anni e mezzo (a quell'età il "mezzo" contava eccome!) e siccome ero stato sempre cagionevole di salute avevo visto bene di prendermi una bella broncopolmonite estiva proprio durante i Mondiali spagnoli. Il giorno della finale stavo inchiodato nel lettone dei miei a vedere la partita  sul televisore 15" laccato giallo che proiettava solo immagini in bianco e nero. Vincemmo 3 a 1 e ad ogni gol mia madre, mio padre, zii e cugini dal salone venivano di corsa ad abbracciarmi e festeggiare. Indimenticabile l'esultanza di Tardelli, anche se il mio "fotogramma" resta e resterà quello dell'esultanza di Altobelli in occasione del terzo gol che a tutti gli effetti sanciva la nostra vittoria. Quel braccio in alto col dito indice puntato dritto verso il cielo sarebbe diventato il mio modo di esultare dopo un gol per tutta l'adolescenza. Questo il primo ricordo, da non confondere però col più "vivo" ed intenso che invece spetta al 2 - 0 di Dortmund nel Mondiale in Germania del 2006. Sei anni fa infatti ci credevo eccome alla nazionale e la passione che mi legava al colore azzurro era davvero forte ed irrazionale perchè aveva quella componente di "condivisone" che tifando l'Inter a Roma non avevo mai potuto, vivere; poi il Mondiale del 2006 era il primo dell'era "moderna", il primo trasmesso in HD su Sky, il primo commentato dal duo Caressa - Bergomi al posto delle storiche voci di Martellini e Pizzul, il primo della Spider Cam e dell' "andiamo tutti a prendere un "fisch getrank" tra il primo e il secondo tempo. Un Mondiale pazzesco, una vittoria in casa loro che sarebbe entrata di diritto nella storia del calcio con la cornice delle immagini degli emigrati italiani che festeggiano con le lacrime agli occhi nelle piazze tedesche unite a quell'ipnotico "Pirlo...Pirlo...ancora Pirlo...di tacco Pirlo...Goooooooool...Gooooooooool di Grosso" che non potrò mai dimenticare. Comunque sia anche se il recente 2-1 di Varsavia non ha avuto lo stesso appeal e lo stesso sapore delle altre sfide, vincere è sempre piacevole e ti lascia addosso una bella sensazione, quella di essere sempre e comunque, nel bene e nel male, italiano...

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