mercoledì 14 aprile 2010

MIA - RECENSIONE


Per omaggiare il mio nuovo blog “i cento passi” faccio una cosa che non ho mai fatto, ossia quella di scrivere una recensione non per un film altrui, ma per Mia, l’ultimo cortometraggio realizzato per la 75Bros. insieme all’amico Vito. L’ho visto ieri in anteprima ed ho deciso di parlarne già oggi.

L’IDEA INIZIALE: la storia di Mia nasce tre anni fa, nel 2007, sotto forma di breve racconto che scrissi durante la festa di compleanno di una mia amica. Eliminato e sottoposto a censura in diversi Concorsi letterari per racconti inediti a causa del suo linguaggio esplicito ed espressamente erotico, questa mia storia nel 2008 vince un Primo Premio Nazionale Letterario a Livorno fornendomi la possibilità di pubblicare un libro tutto mio (Cortometraggi Interiori).
DAL RACCONTO AL FILM: l’idea di realizzare un film su Mia ce l’avevo fissa in testa da almeno un paio di anni; per questo avevo già scelto la location (casa mia), l’attrice protagonista (mia cugina Fabrizia) ed il giorno in cui girarlo, una domenica di inizio primavera. Avevo anche buttato giù uno storyboard appena schizzato su come doveva essere il cortometraggio, ma la mia idea di messa in scena come al solito si scontrava fortemente con le attrezzature tecniche (inadeguate) a mia disposizione. Per questo motivo ho sempre rimandato l’appuntamento con questo film fino a quando ho pensato di parlarne con Vito che ha accettato con entusiasmo la mia proposta di filmarlo insieme. Così dopo la lunga attesa circa un mese fa è nato Mia – il film.
TESTI: inizialmente avevo pensato di realizzare un cortometraggio senza ne dialoghi ne testi aggiunti, ma fatto solamente di immagini e di effetti audio e musica in sottofondo. Secondo me avrebbe funzionato bene lo stesso, ma su pressione di Vito per “aiutare” le immagini ho riscritto un monologo che fa un po’ da epilogo al film e ne rafforza il significato finale. Poi dopo aver sentito la bellissima voce di Ilaria (la protagonista) abbiamo convenuto con Vito che sarebbe stato un vero peccato non farla parlare. Ovviamente il testo riscritto sulla falsa riga del racconto originale non poteva essere altrettanto lungo perché sarebbe stato troppo difficile e forse quasi impossibile renderlo interessante e convincente senza svelare “il segreto”. Per questo abbiamo deciso di condensare il testo-riflessione della protagonista verso la fine del corto per chiuderlo. Ed alla luce di quanto visto devo dire che la cosa funziona perché testo-immagini-musica si fondono perfettamente grazie all’attento lavoro di mix-audio fatto da Vito.
SCREENPLAY: prima di girare Mia, come faccio quasi sempre, ho realizzato uno storyboard abbastanza dettagliato sulle inquadrature e i movimenti di macchina per facilitare un po’ il nostro lavoro e velocizzarlo il giorno delle riprese. Ovviamente non conoscendo il set di ripresa (la casa) ho solo immaginato quello che avrei voluto filmare e devo dire che Mia probabilmente è il cortometraggio che più di ogni altro si avvicina alla mia idea iniziale di realizzazione. Questo mi rende molto soddisfatto anche perché parlando con Vito ci siamo trovati subito d’accordo sul da farsi.
LE RIPRESE ED IL MONTAGGIO: da lodare il lavoro meticoloso e paziente (con me ce ne vuole tanta!) di Vito che ha realizzato delle inquadrature perfette e si è lasciato andare anche a qualche gradito estetismo. La scelta di riprendere la scena fuori fuoco fino al risveglio della ragazza è tutta sua e devo dire che mi è piaciuta molto, come la scelta dell’alternanza tra scene di “campo” e “piani”. Secondo me tecnicamente siamo davanti ad un mini film davvero ben realizzato. L’ho rivisto più volte e non ho trovato errori ne difetti. L’unico riscontrato riguardava il finale, ma dopo uno scambio di impressioni con Vito, il problema è stato risolto e Mia si chiude alla grande! Chi non ha partecipato alle riprese non può capire fino in fondo il lavoro che c’è alle spalle di questi quattro minuti di video; le riprese sono state anche fisicamente faticose e per tirare fuori tre minuti di girato ne abbiamo dovuti filmare quasi venti. Questo deve far almeno comprendere l’importanza e la difficoltà del lavoro di montaggio che avevamo deciso di rendere il più semplice e lineare possibile con tagli fluidi atti a dare continuità all’azione della ragazza che si muove con disinvoltura nelle stanza della casa. Secondo me il tutto è riuscito perfettamente e in tutto il corto non c’è uno stacco sbagliato o fastidioso. Personalmente aggiungo che il piano sequenza su Ilaria dal letto alla cucina sia davvero tecnicamente pregevole.
GLI INTERPRETI: non nego che all’inizio l’idea di vedere Mia interpretata da Ilaria Bevere non mi entusiasmava molto. Non per demeriti della ragazza figuriamoci, ma più semplicemente perché nella mia testa Mia me l’ero immaginata differente. Vito però mi ha talmente parlato bene della ragazza che alla fine ho accettato e devo dire che ho fatto bene perché Ilaria si è dimostrata davvero brava, disponibile e padrona del set. Si è dovuta muovere tra di noi svestita e infreddolita e devo dire l’ha fatto con disinvoltura e talento, quello che deve avere una bravissima attrice di teatro come lei. Spero fortemente di lavorare ancora insieme a lei e spero anche che questo Corto sia in qualche modo utile alla ragazza per la sua futura e brillante carriera. Parlo solo di lei come interprete per motivi che scoprirete poi…
LA COLONNA SONORA: inizialmente per Mia avevo scelto come colonna sonora “Claudia’s Theme” una melodia molto strumentale, perfetta all’inizio, ma troppo pomposa nel finale in cui tradiva tutta la sua natura western. Così la scelta, su proposta di Vito, è ricaduta su “Everybody gotta learn sometime” utilizzata in “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” uno dei suoi film preferiti. Ascoltandola più volte devo dire che alla fine l’andamento musicale calza bene con le immagini per questo invito tutti a non fermarsi ad una prima ed unica visione. Nei cartelli finali si percepisce un po’ l’atmosfera fornaci ariana di Zucchero, ma devo dire che a me piace molto.
LA REGIA: parlare strettamente della Regia non mi piace perché sembra quasi voler parlare e lodare se stessi! Ringraziando Vito per la preziosa collaborazione, quindi scrivo soltanto, ripetendomi, che la realizzazione finale di Mia si avvicina moltissimo all’idea iniziale con la quale l’avevo immaginato. Poi può piacere oppure no, ma stilisticamente e tecnicamente secondo me siamo vicini ad un piccolo capolavoro impreziosito dall’espressività degli interpreti e dalla scelta azzeccata del bianco e nero che dona al film ed alla storia raccontata la “delicatezza” ed il “romanticismo” (alla francese) ricercati...

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