venerdì 21 settembre 2012

COME NON DETTO DI IVAN SILVESTRINI

Sabato sera, dopo un paio di rinvii, io e Maria siamo riusciti finalmente ad andare a vedere al cinema “Come non detto” di Ivan Silvestrini. Scrivo finalmente perché il livello di curiosità e di aspettativa, almeno il mio, era piuttosto elevato, anzi oserei dire quasi a “livello di guardia”; questo perché Ivan (sono certo che non si offenderà se gli do confidenzialmente del tu) era stato uno tra i pochi Registi ed Autori “emergenti”, italiani e non, capace di sorprendermi e catturarmi con il suo “Stuck – The Chronicles of David Rea”, una produzione che definire web-series è secondo me davvero riduttivo perché per come è stata pensata, costruita e realizzata la considero già pronta per il lancio sul piccolo schermo. Di Stuck comunque ne ho già parlato su questo blog e più diffusamente su tutti i social network in cui posseggo un account, facendogli tanta pubblicità ed invitando chi non l’avesse ancora visto a farlo al più presto (sei episodi uno più coinvolgente dell’altro!). In momenti di spiccato entusiasmo mi sono addirittura lasciato andare ad ardui (ma calzanti dal mio punto di vista) paragoni tra il David Rea di Ivan, personaggio geniale e di gran spessore, e i più illustri Dottor House di David Shore, Cal Lightman di Samuel Baum e Sherlock di Moffat & Gatiss. Ora con questa premessa era impossibile per me non andare in sala a vedere il debutto cinematografico di Ivan così, dopo aver perso purtroppo la prima all’Adriano del 3 settembre e quella in tutti gli altri cinema del 7, sabato scorso ho provveduto ed oggi posso scrivere senza possibilità di smentita che “Come non detto” è davvero un bel film; e non lo scrivo solo da “giovane critico cinematografico” che sta attento al movimento di macchina, all’inquadratura, alla fotografia etc., ma anche e soprattutto da spettatore appassionato di cinema che spera sempre di trovarsi davanti una storia capace di farlo commuovere, sorridere ed affezionare ai protagonisti per rivivere attraverso le loro storie le sue. In “Come non detto” ho ritrovato tutto questo, la relazione tra Mattia ed Eduard, vissuta tra l’indecisione e il dubbio, è infatti solo la portata principale di un banchetto ben più ricco che comprende, oltre all’omosessualità, altre tematiche importanti come la famiglia, i giovani e l’amore, il tutto trattato con garbo, semplicità ed un pizzico di provocazione. Insomma una commedia elegante e mai banale che alterna bene i momenti di umorismo con quelli di riflessione e che ha il grande merito di non servirsi mai della volgarità per strappare una risata. Per non correre il rischio di spoiler preferisco non scrivere nulla sulla trama del film, ma voglio aggiungere due parole sul suo regista, Ivan Silvestrini. Il giovane cineasta romano sembra non aver risentito minimamente del grande salto dal corto al lungometraggio, la sua regia mi è sembrata infatti attenta, raffinata e funzionale alla storia con degli slanci stilistici apprezzabili soprattutto nelle scene d’amore tra i due protagonisti. Concludo il mio commento facendo i complimenti a tutto il cast (dal sorprendente Josafat Vagni alla convincente Monica Guerritore passando per uno strepitoso Francesco Montanari), a chi ha il merito di averlo selezionato e scelto ed infine ad Ivan, un bravissimo (e simpatico) Regista che rappresenta il presente e (spero) il futuro del Cinema italiano. Ora non vi resta altro da fare che prendere il vostro ragazzo/a, chiamare amici e parenti, uscire di casa e andare al cinema a vedere “Come non detto”, se non lo fate allora vuol dire che vi meritate davvero Neri Parenti!

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