Di Michael Bay avevo
amato i “Bad Boys”, mi era piaciuto parecchio “The Rock”
mentre avevo storto un po’ il naso coi “Transformers” in attesa
dell’uscita del suo film sulle mie amatissime Tartarughe Ninja
prevista per il prossimo anno. Nell’attesa di vedere il “restyling”
subito da Leonardo, Donatello e fratelli la settimana scorsa ho così
convinto una riluttante Maria a venire con me al cinema a vedere
“Pain & Gain – Muscoli e denaro”, ultima fatica
cinematografica del regista di “Armageddon”. A differenza di
quanto faccio abitualmente stavolta non avevo preso nessun tipo di
informazione sul film che stavo per vedere, mi era bastato infatti
sapere solo chi fosse il regista e che l’ingresso al cinema fosse
gratis per giustificare la mia scelta. A proiezione ultimata il mio
primo pensiero è stato rivolto proprio a questa mia ultima
considerazione e più precisamente al fatto che con tutta certezza
avrei fatto sicuramente meglio a prendere prima qualche informazione
sul film prima di andare a vederlo. Dico questo perché “Pain &
Gain” non è proprio un brutto film, ma uno di quelli che hanno
l’imperdonabile pecca di non coinvolgerti mai e di lasciarsi
guardare piatti dall’inizio fino ai titoli di coda. Non è bastata
la solita brillante interpretazione di Mark Walberg né quella
atonica ed impacciata di Dwayne Jhonson per alzare anche solo di
un’asticella il mio giudizio complessivo su questo P&G che non
vale secondo me neanche i 2€ del noleggio.
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