Al pari di “Vanilla
Ride” anche questo “Devil Red” l’ho trovato assolutamente
strepitoso, almeno in tutta la sua prima parte fine all’ingresso in
scena (da me a lungo auspicato!) di Vanilla Ride. Fino a quel momento
il racconto era stato davvero divertente, scoppiettante ed in grado
di incollare il lettore alle sue pagine. Ho gradito e anche parecchio
direi, l’aspetto più malinconico e riflessivo col quale vengono
“tracciati” in questo racconto i due protagonisti che appaiono
come mai prima d’ora, appesantiti ed invecchiati. La trama si
dipana a meraviglia e come al solito non mancano né nuovi ed
interessanti personaggi né soprattutto colpi di scena che
raggiungono il loro clou dapprima con l’inaspettata crisi di Hap
poi col ferimento a morte di Leonard ed infine col la scoperta
dell’identità dell’implacabile sicario conosciuto col nome di
Devil Red! Quello che non rende questo racconto il migliore in
assoluto della saga è secondo me il finale un po’ troppo tirato
per i capelli che neanche la riapparizione inaspettata (ma neanche
troppo!) di Vanilla Ride riesce del tutto a salvare. Peccato perché
in fondo gli ingredienti per renderlo davvero “unico” c’erano
tutti: la crisi di panico e morale di Hap, Leonard in fin di vita, il
plot riuscitissimo, l’alternanza tra la solita ironia sboccata e
le riflessioni intimistiche dei protagonisti, i convincenti
personaggi di contorno, il ritorno di Vanilla e i dialoghi come
sempre riuscitissimi. Nonostante quest’ultima considerazione
ritengo “Devil Red” uno dei racconti più belli scritti da Joe
R.Lansdale finora al pari di “Rumble Tumble” e “Vanilla Ride”,
uno di quelli che ti fanno venire voglia di leggerne subito un altro…
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