Qualche giorno fa una
serie di (s)fortunati eventi che non sto qui a spiegare mi hanno
portato a vedere “To Rome with Love” di Woody Allen. Non essendo
un estimatore dell’illustre regista americano non è che avessi
tutta questa premura di andare al cinema a vedere la sua ultima
fatica cinematografica; a convincermi a farlo sono state la curiosità
di Maria, l’ingresso gratuito ed il fatto che “Midnight in Paris”
(uscito pochi mesi prima) mi era piaciuto parecchio. Sapendo che “To
Rome with love” era la seconda tappa del tour che Woody Allen ha
deciso di dedicare alle grandi città europee (Parigi, Roma e Londra)
e visto l’esperimento riuscitissimo con Parigi alla fine mi sono
deciso e (fiducioso) sono andato. Come è andata? È andata che dopo
neanche mezz’ora io e Maria volevamo alzarci ed uscire dal cinema!
Perché? Perché l’ultimo film di Woody Allen è talmente noioso,
scontato e deludente da sfociare quasi nel ridicolo! Un insulto
all’intelligenza dello spettatore medio e alla bellezza di Roma che
invece di essere valorizzata viene banalizzata dal primo all’ultimo
minuto! e con lei anche i cittadini romani, totalmente stereotipati e
dipinti con una superficialità che da un regista affermato e stimato
come Woody Allen non ti aspetti! Le panoramiche e le carrellate sul
Colosseo, Piazza di Spagna e del Popolo di cui è piena la pellicola
sono quanto di più visto e di quanto avremmo più fatto a meno io,
Maria e tutti gli amanti del cinema (romani e non). Insomma se la
“resa” parigina, piena di incanto e di magia, era stata davvero
riuscitissima la stessa cosa non si può dire con Roma; e non è
bastato un cast quasi stellare a far cambiare il mio giudizio finale
sul film perché da Roberto Benigni ad Antonio Albanese passando per
Jesse Eisenberg e Penelope Cruz a me hanno deluso tutti! Non per
motivi strettamente professionali piuttosto perché troppo schiavi di
personaggi sciapi, senza spessore e profondità e colpevolmente privi
di una qualsiasi caratterizzazione interessante o originale. “To
Rome with love” ha una messa in scena, uno script, un montaggio,
una recitazione, un doppiaggio e addirittura una musica (spero almeno
volutamente ispirata alla commedia italiana degli anni ’70) davvero
irritanti! Allen manca quasi di rispetto alla mia città usandone il
nome, la storia e la location per confezionare forse uno dei suoi
film più brutti! Da questo pout-pourri di cose già viste e sentite
salvo solo un paio di affilati ed interessanti monologhi di Alec
Baldwin, mentre condanno in maniera totalitaria la vergognosa
“prostituzione” professionale degli attori italiani che pur di
apparire dieci secondi nel film di Allen hanno accettato
micro-apparizioni inutili e personaggi ridicoli! Spero che nel
prossimo film Londra ne esca meglio di Roma e spero vivamente che
Woody Allen si limiti a rimanere dietro alla telecamera e ci risparmi
gli ormai sfruttati e quasi imbarazzanti monologhi da attore psico -
logorroico – balbuziente che non fanno neanche più sorridere!
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