Scrivere una recensione o
più semplicemente un commento serio e che abbia un senso su un
videogioco uscito quasi otto anni fa non è una cosa semplice da fare
a patto che chi lo scrive non resetti per un attimo tutte le suo
conoscenze in materia e provi a buttare giù qualche riga come se
oggi fosse il 2004, l’ anno di uscita di “The Legend of Zelda:
The Minish Cap”. Io c’ho provato, ma nonostante gli sforzi
compiuti inevitabilmente sono caduto spesso nel trabocchetto di dare
un sacco di cose per scontato! Nonostante questo però ci tengo a
dire subito che “The Minish Cap”, secondo capitolo della saga di
Zelda per GBA, è un capolavoro in senso assoluto e sono
contentissimo di averci giocato ora perché otto anni fa non avrei
potuto sicuramente apprezzarne tutti i particolari e le sfumature che
lo caratterizzano. La storia di base è un classico alla Zelda: la
pace che regna nella ridente cittadina di Hyrule come al solito viene
improvvisamente minata dal perfido Vaati che con un incantesimo
pietrifica la principessa Zelda minacciando di fare lo stesso con
tutti gli altri abitanti del paese. Nei panni dell’indomito Link
anche questa volta sarete chiamati a sfidare e sconfiggere il cattivo
di turno per salvare Zelda ed Hyrule. Plot nella sua banalità
efficace come al solito anche perché arricchito da tutta una serie
di piccole mini storie, quest , indovinelli (cari al videogioco della
Capcom) e soprattutto dall’innovativa possibilità di poter
cambiare, attraverso l’utilizzo del cappello Minish, dimensioni per
poter poi esplorare ben due mondi: quello di Hyrule e quello dei
simpatici gnometti. Credetemi, da sola questa novità vale il prezzo
del videogioco! Se a questo poi aggiungiamo un gameplay strepitoso,
intuitivo e perfettamente rispondente ai comandi beh il gioco è
davvero fatto! Io ci ho giocato sul Game Boy Micro, quindi su uno
schermo molto più piccolo del Game Boy Advance, ma nonostante questo
ho potuto apprezzare tutti i particolari di una grafica definita,
coloratissima e brillante che ancora oggi può tenere testa alle più
moderne console portatili. Ancora una volta la Nintendo ha fatto
centro con un videogioco talmente longevo e profondo che può essere
tranquillamente paragonato ad una qualsiasi avventura di Zelda per
Home Console. Giocando a “The Minish Cap” si ha spesso la
sensazione di avere davvero tutto un mondo da esplorare disponibile
dentro un palmo di mano! Avevo letto molti commenti davvero positivi
su questo videogioco, ma li avevo bocciati con diffidenza perché
credevo di trovarmi davanti ad un “giochetto” per ragazzini,
invece già dai primi livelli l’impressione che si ha è quella di
giocare ad un gran gioco! Più si va avanti nei Dungeon e più si
acquisiscono abilità, armi ed accessori (il solito ed ampio
repertorio comprendente spada, scudo, arco, frecce, bombe, boomerang,
ampolle, ocarina etc.) e il gioco si fa duro, anche se i Boss (tranne
proprio Vaati) sono piuttosto semplici da sconfiggere grazie
all’utilizzo dell’arma trovata nel Dungeon di appartenenza. Dunque tutto molto bello e coinvolgente compresa la caccia alle
sculture da collezionare (io ne ho prese 104/150), ai rotoli
dell’artiglio della tigre (presi 7/7) e agli oggetti speciali
(presi tutti tranne un’ampolla e lo scudo specchio); l’unico
difetto che ho trovato è stato sullo sviluppo della storia che in
alcuni punti è troppo difficile da interpretare per andare avanti.
Più di una volta mi sono ritrovato infatti a girovagare senza meta
per tutta la mappa alla ricerca della svolta narrativa per andare
avanti! Secondo me è stato un errore da parte dei programmatori dare
per scontato che una bomba andava messa in un determinato punto per
aprire un passaggio o riempire un’ampolla di acqua per spegnere il
fuoco nel camino e poi passarci dentro etc. Almeno io non ho una
mente da videogiocatore tanto consumato e sono sincero per andare
avanti in alcuni momenti del gioco mi sono dovuto far aiutare da
internet! Comunque ad eccezione di quanto appena detto non ho altre
critiche da avanzare a questo “Minish Cap” che senza andare oltre
nei discorsi, considero uno dei videogiochi più belli ai quali ho
mai giocato che non può mancare nel bagaglio ludico di un
videogiocatore che si rispetti. Io ho recuperato il tempo perduto in
passato ed ora mi sto apprestando a giocare anche a “Zelda: a Link
to the past” sempre per GBA; consiglio di fare lo stesso a tutti
gli appassionati come me, anche se vi assicuro che reperire oggi
questi due videogiochi non è molto semplice o almeno non lo è a
costi contenuti. Io per metterci le mani sopra ad un prezzo
abbordabile ho dovuto penare parecchio, ma ne è valsa la pena!
Qui sopra il video dell'indimenticabile momento in cui ho finito il gioco
Nessun commento:
Posta un commento