giovedì 24 maggio 2012

THE LEGEND OF ZELDA: THE MINISH CAP (GBA)

Scrivere una recensione o più semplicemente un commento serio e che abbia un senso su un videogioco uscito quasi otto anni fa non è una cosa semplice da fare a patto che chi lo scrive non resetti per un attimo tutte le suo conoscenze in materia e provi a buttare giù qualche riga come se oggi fosse il 2004, l’ anno di uscita di “The Legend of Zelda: The Minish Cap”. Io c’ho provato, ma nonostante gli sforzi compiuti inevitabilmente sono caduto spesso nel trabocchetto di dare un sacco di cose per scontato! Nonostante questo però ci tengo a dire subito che “The Minish Cap”, secondo capitolo della saga di Zelda per GBA, è un capolavoro in senso assoluto e sono contentissimo di averci giocato ora perché otto anni fa non avrei potuto sicuramente apprezzarne tutti i particolari e le sfumature che lo caratterizzano. La storia di base è un classico alla Zelda: la pace che regna nella ridente cittadina di Hyrule come al solito viene improvvisamente minata dal perfido Vaati che con un incantesimo pietrifica la principessa Zelda minacciando di fare lo stesso con tutti gli altri abitanti del paese. Nei panni dell’indomito Link anche questa volta sarete chiamati a sfidare e sconfiggere il cattivo di turno per salvare Zelda ed Hyrule. Plot nella sua banalità efficace come al solito anche perché arricchito da tutta una serie di piccole mini storie, quest , indovinelli (cari al videogioco della Capcom) e soprattutto dall’innovativa possibilità di poter cambiare, attraverso l’utilizzo del cappello Minish, dimensioni per poter poi esplorare ben due mondi: quello di Hyrule e quello dei simpatici gnometti. Credetemi, da sola questa novità vale il prezzo del videogioco! Se a questo poi aggiungiamo un gameplay strepitoso, intuitivo e perfettamente rispondente ai comandi beh il gioco è davvero fatto! Io ci ho giocato sul Game Boy Micro, quindi su uno schermo molto più piccolo del Game Boy Advance, ma nonostante questo ho potuto apprezzare tutti i particolari di una grafica definita, coloratissima e brillante che ancora oggi può tenere testa alle più moderne console portatili. Ancora una volta la Nintendo ha fatto centro con un videogioco talmente longevo e profondo che può essere tranquillamente paragonato ad una qualsiasi avventura di Zelda per Home Console. Giocando a “The Minish Cap” si ha spesso la sensazione di avere davvero tutto un mondo da esplorare disponibile dentro un palmo di mano! Avevo letto molti commenti davvero positivi su questo videogioco, ma li avevo bocciati con diffidenza perché credevo di trovarmi davanti ad un “giochetto” per ragazzini, invece già dai primi livelli l’impressione che si ha è quella di giocare ad un gran gioco! Più si va avanti nei Dungeon e più si acquisiscono abilità, armi ed accessori (il solito ed ampio repertorio comprendente spada, scudo, arco, frecce, bombe, boomerang, ampolle, ocarina etc.) e il gioco si fa duro, anche se i Boss (tranne proprio Vaati) sono piuttosto semplici da sconfiggere grazie all’utilizzo dell’arma trovata nel Dungeon di appartenenza. Dunque tutto molto bello e coinvolgente compresa la caccia alle sculture da collezionare (io ne ho prese 104/150), ai rotoli dell’artiglio della tigre (presi 7/7) e agli oggetti speciali (presi tutti tranne un’ampolla e lo scudo specchio); l’unico difetto che ho trovato è stato sullo sviluppo della storia che in alcuni punti è troppo difficile da interpretare per andare avanti. Più di una volta mi sono ritrovato infatti a girovagare senza meta per tutta la mappa alla ricerca della svolta narrativa per andare avanti! Secondo me è stato un errore da parte dei programmatori dare per scontato che una bomba andava messa in un determinato punto per aprire un passaggio o riempire un’ampolla di acqua per spegnere il fuoco nel camino e poi passarci dentro etc. Almeno io non ho una mente da videogiocatore tanto consumato e sono sincero per andare avanti in alcuni momenti del gioco mi sono dovuto far aiutare da internet! Comunque ad eccezione di quanto appena detto non ho altre critiche da avanzare a questo “Minish Cap” che senza andare oltre nei discorsi, considero uno dei videogiochi più belli ai quali ho mai giocato che non può mancare nel bagaglio ludico di un videogiocatore che si rispetti. Io ho recuperato il tempo perduto in passato ed ora mi sto apprestando a giocare anche a “Zelda: a Link to the past” sempre per GBA; consiglio di fare lo stesso a tutti gli appassionati come me, anche se vi assicuro che reperire oggi questi due videogiochi non è molto semplice o almeno non lo è a costi contenuti. Io per metterci le mani sopra ad un prezzo abbordabile ho dovuto penare parecchio, ma ne è valsa la pena!

Qui sopra il video dell'indimenticabile momento in cui ho finito il gioco

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