A pochi giorni dall'inizio del nuovo "Torneo allo Sporting Club" approfitto delle pagine di questo blog per pubblicare un post che avrei voluto e dovuto scrivere mesi fa; un post che parli di me, del Valleverde e di una storia d'amore che tra abbandoni e riprese va avanti ormai da quasi quindici anni. Correva infatti l'anno 1997 quando incrociai per la prima volta gli scarpini coi ragazzi del Valle in occasione della finale playout della "Winner Cup"; al tempo io giocavo con l'Acam e grazie ai miei gol ero riuscito miracolosamente a portare quella squadra scalcinata a giocarsi la "finalina" di quel torneo. Mentre al cinema il "Titanic" di Spielberg stava polverizzando tutti i record d'incasso precedenti, io mi apprestavo a giocare la prima finale della mia vita. Purtroppo finì 1-2 e nonostante il mio gol l'Acam perse partita, finale e coppa. Al termine dei 50' il capitano avversario, un ragazzo biondino che avevo visto spesso al circolo, venne da me, mi strinse la mano e dopo avermi fatto i complimenti mi propose di passare a giocare nella sua squadra. Io lo ringraziai, ma rifiutai la sua proposta perchè ero molto legato ai colori giallo-nero della mia squadra. Quella finale per me e per l'Acam fu il picco più alto della stagione che si concluse senza altre emozioni o successi. L'estate seguente passò velocemente e dopo un lungo corteggiamento, a settembre,decisi di accettare l'ennesima proposta di Massimiliano, capitano del Valleverde. Con la sua squadra feci tutta la preparazione e giocai anche diverse partite amichevoli senza però mai trovare né la giusta collocazione in campo né il feeling coi nuovi compagni. Per questo motivo a ridosso dell'inizio della stagione calcistica abbandonai il Valleverde e mi iscrissi allo stesso campionato con l'Acam. Con la maglia giallonera segnai la bellezza di 32 gol in sei partite staccando qualsiasi altro attaccante nella classifica dei marcatori. Primo tra i bomber e stabilmente nella top 3 dei migliori giocatori del campionato, il 22 dicembre dello stesso anno affrontai nuovamente il Valleverde; quella contro i verdi fu una sfida memorabile che giocai alla grande mettendo a segno cinque selle sette reti del 7-4 finale con cui ci aggiudicammo la partita, i tre punti ed il terzo posto in classifica!. Unica nota stonata della serata fu l'infortunio al ginocchio che mi costrinse a lasciare il campo a pochi minuti dalla fine del match. Quella vittoria vendicò la precedente sconfitta nei playout e mi regalò un Natale davvero felice nonostante l'infortunio. Il giorno dopo aver visto "La vita è bella" di Benigni al Royal scoprii però a malincuore di avere il LCA del ginocchio destro rotto e di aver bisogno di un intervento chirurgico per guarire. I mesi che seguirono quella notizia furono davvero molto tristi. L'Acam senza di me perse cinque partite di fila prima di ritirarsi anzitempo dal campionato. Prima, durante e dopo l'intervento di plastica ricostruttiva del legamento del ginocchio nessuno dei miei compagni di squadra mi cercò o si fece vivo. L'unico ad interessarsi delle mie condizioni, a cercarmi, a telefonarmi e a mandarmi messaggi in quel periodo fu Massimiliano. Il suo Valleverde stava andando molto bene in campionato ed era stabilmente al secondo posto alle spalle dell'imbattibile Mangisubito. In quel periodo mi parlava spesso del suo ambizioso progetto per portare alla vittoria del campionato il Valle, un progetto che riguardava anche me. Io non mi sbilanciai più di tanto con lui perchè la riabilitazione si stava dimostrando più lunga e dura di quanto pensassi e la strada era ancora molto in salita. Dopo otto mesi di lacrime e sudore a novembre fui finalmente pronto per tornare in campo. Fino a febbario del '98 scelsi di giocare solo partite amichevoli col tutore, poi ad col nuovo anno mi feci coraggio ed iniziai la mia avventura col Valleverde. Dopo un periodo di rodaggio senza grandi successi, Massimiliano tagliò diversi rami secchi in rosa e costruì la nuova squadra intorno a me proprio come aveva promesso; insieme, dal 1998 al 2002, passammo così quattro bellissimi anni pieni di finali e di successi sia a livello personale che di squadra. Il Valleverde a quei tempi grazie alla nostra passione e dedizione divenne una squadra temuta e rispettata da tutti che nei tornei partiva sempre tra i favoriti. Non potrò mai dimenticare le sfide storiche contro il Mangisubito, i Red Davils, il Trastevere e la finale contro gli Hertz. Poi a maggio 2002 in una serata di pioggia l'altro mio ginocchio ha fatto crack. Ancora LCA! stavolta però non è bastato un solo intervento, ma ne sono serviti ben quattro (l'ultimo nel 2007) per recuperare dal grave infortunio. Da allora solo qualche partitella tra amici condita sempre da lievi infortuni e soprattutto da continui dolori. Nel frattempo il Valleverde ha continuato a dire la sua nell'ambito del calcio a 5 amatoriale e nonostante il mio (forzato) abbandono nel 2006, Massimiliano è finalmente riuscito a coronare il suo grande sogno, quello di vincere il Torneo dello Sporting Club! 7-6 al termine di una finale al cardiopalmo proprio contro gli eterni rivali del Mangisubito. A questo punto il "film" del Valleverde sembrava essere giunto ai titoli di coda col suo finale perfetto, ma non è andata proprio così perchè nonostante il trionfo, il trofeo e lo champagne, nel cuore di Massimiliano c'era sempre un'ombra. Quell'ombra ero e sono io. La sua gioia per l'obiettivo tanto inseguito e finalmente raggiunto infatti non poteva essere completa perchè a condivederla con lui non c'era quel ragazzo, quel suo caro amico e compagno di squadra, quello con il quale il Valle era rinato, quello con il quale aveva combattuto mille "battaglie", quello che con la finale in tasca aveva passato gli ultimi minuti di partita in campo a cantare e saltellare, quello che per festeggiare una vittoria si era fatto la doccia vestito, quello che dopo cinque interventi aveva ed ha ancora la voglia e coraggio di giocare, quello che prima e dopo ogni partita prega, quello che cuce, incolla e pulisce i suoi scarpini, quello che ogni volta che li ripone nell'armadietto ha gli occhi lucidi, quello che dopo dieci anni ha rimesso addosso la maglia del Valle, quello che nonostante tutti gli acciacchi, le cicatrici e i dolori ha ancora un sogno da realizzare. Quel ragazzo sono io e quel sogno è vincere un torneo con Massimiliano e col Valleverde. Questo sarebbe il (mio) finale perfetto, quello che mi farebbe riporre le scarpette Kelme nell'armadio senza rimpianti e senza lacrime rimettendomi in pace col "Dio del Pallone". Questo è il mio sogno e finchè ne avrò la possibilità e le forze farò il possibile per far si che si realizzi...
1 commento:
Spero con tutto il cuore di aiutare Te e il Valleverde ad ottenere quante più soddisfazioni con questa squadra!
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