La scorsa settimana insieme a Maria ho visto due bellissimi film, uno al cinema uno su Sky on demand, che avevano come protagonista uno di quegli attori destinati a diventare presto uno dei miei preferiti: Ryan Gosling. Le pellicole in questione sono “The place beyond the pines” e “Drive”, due film diversi, ma ugualmente appassionanti, coinvolgenti e tecnicamente talmente ben realizzati da meritare entrambi un breve commento sul mio blog; ma siccome “Drive” è un film del 2011 che ha vinto dei premi e di cui si è praticamente già detto e scritto tutto, oggi voglio parlarvi solo di:
THE PLACE BEYOND THE PINES – DEREK CIANFRANCE
TPBTP da noi inspiegabilmente tradotto col titolo “Come un tuono” è il tipico esempio di ottimo film che arriva poco pubblicizzato nelle nostre sale, rimane in programmazione al massimo per un paio di settimane e dopo aver fatto registrare incassi minimi torna nell’anonimato da cui era arrivato; un film che come è successo a me e Maria vai a vedere solo se hai la tessera del Grande Cinema 3 (che Dio la porti in gloria!) o se tua zia o chi per lei ti fa entrare gratis in sala; un film che se ti dice bene è bello e ti piace, ma che se fa schifo in fondo chissenefrega tanto non hai tirato fuori un centesimo per vederlo. Bene TPBTP fa parte della prima categoria ed entra di diritto nella lista di quei film che senza la 3 non mi sarei mai visto perdendomi indiscutibilmente qualcosa di cinematograficamente interessante; film come: “Red”, “Il Truffacuori” e “Black Shadow” (Maria d’accordo) o “Se sei così ti dico si”, “La leggenda del cacciatore di vampiri” e “Knockout-Resa dei conti” (Maria in disaccordo) tanto per citare i primi che mi sono venuti in mente. Comunque che TPBTP fosse un gran film l’avevo capito subito, già da quel lunghissimo e prepotente piano sequenza di apertura del film, magistralmente realizzato da Derek Cianfrance, regista che non conoscevo, ma che ho tecnicamente e stilisticamente apprezzato durante quasi tutti i 140’ di durata della pellicola; pellicola che copre un arco di tempo molto ampio (ben 15 anni) suddiviso su tre livelli narrativi (e generazionali) facilmente riconoscibili anche dallo spettatore meno attento o esigente. Ed è proprio sulla scelta del regista di girare tre film in uno che secondo me si spaccherà il giudizio del pubblico. Sono certo infatti che qualcuno avrà apprezzato come me il continuo cambio del punto di vista principale sulla storia, quello contestuale, quello del protagonista, del tempo e dello spazio; ma sono convinto allo stesso modo che saranno stati in molti a criticare e non amare la scelta narrativa di Cianfrace di cambiare direzione nel momento in cui si stava affezionando ai personaggi e alle vicende raccontate. Comunque indipendentemente da quanto appena scritto, quello che sicuramente resterà alla memoria è uno strepitoso Ryan Gosling, che attorno al personaggio altamente stereotipato, misterioso e sofferto alla James Dean per intenderci, costruisce una grande interpretazione che da sola varrebbe il prezzo del biglietto. Se a questo poi uniamo un cast di tutto rispetto (Dane DeHaan è fantastico!), una storia coinvolgente e una buona dose di colpi di scena beh il gioco è fatto e anche se il titolo “Come un tuono” fa veramente schifo merita assolutamente di essere visto!
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