venerdì 28 settembre 2012

LA TEORIA SHANE FALCO

Ci sono cascato di nuovo. La tentazione è stata troppo forte come la voglia, sempre la stessa, quella che mi ha accompagnato in questi lunghi, lunghissimi dieci anni lontano dai campi di calcio. Tentazione, voglia, ma anche paura, paura di stare ancora male e di dover ricominciare tutto di nuovo da capo. Quante volte è già successo? boh non lo so, non le conto più ormai le volte che mi sono impegnato per ricostruire e ricostruirmi fisicamente e spiritualmente per poi vedere svanire tutti gli sforzi, le fatiche e soprattutto i sogni al primo pallone avuto tra i piedi. Un altro al posto mio avrebbe mollato da un bel pezzo, io no. Questo mi rende probabilmente un'irresponsabile, ma anche molto orgoglioso perchè (mi) dimostra che quando desidero una cosa davvero col cuore io sono disposto a tutto per averla. E allora ho deciso di rinfilarmi gli scarpini, sempre gli stessi, quelli di mille battaglie e di riprovarci proprio come dieci anni, ancora col Valleverde. Rispetto all'ultima volta che ho indossato questa maglia ho parecchi anni e cicatrici in più, ma anche esperienza, quella che ho deciso di mettere a disposizione della squadra capitanata come allora dal mio amico Massimiliano e del gruppetto di ragazzi che prenderanno parte a questo progetto. Un mix di giovani e di meno giovani che spero possano seguirmi dentro e fuori il campo perchè sicuramente sarò più un motivatore ed un allenatore che un calciatore, ma mi va bene anche così, l'importante per me e fare parte di questa avventura che affronterò con lo stesso entusiasmo di sempre. L'inizio si avvicina e io non vedo l'ora di (ri)cominciare perchè aspetto da tanto questo momento, il momento della mia seconda occasione, quella che in fondo, come Shane Falco insegna, credo di meritare. Io credo nei lieto fine e per l'occasione ho scelto la maglia numero tre come i minuti che spero di giocare in ogni partita...

P.S. quella che vedete in foto è la maglia ufficiale del "nuovo" Valle!

sabato 22 settembre 2012

PES 2013 VS FIFA 13: QUALE COMPRO?

Siamo a fine settembre, l’estate è ormai alle spalle, il campionato di calcio di Serie A ha già scontato il turno di stop per via degli impegni della Nazionale, sono da poco iniziate le scuole, le giornate si stanno accorciando e sono appena usciti Pes e Fifa. Siamo arrivati al capitolo numero tredici e come accade ogni anno di questo periodo la domanda che si starà facendo ogni videogiocatore che si rispetti è una sola: quale sarà il gioco di calcio migliore? Quale compro? Chi sarà destinato quest’anno a vincere l’eterna lotta per lo scettro di migliore videogioco di calcio? Fino a qualche anno fa era Pes ad essere riconosciuto come la migliore e più realistica rappresentazione video ludica dello sport nazionale, mentre a Fifa giocava soprattutto chi cercava un approccio più arcade, leggero e spettacolare. Da Fifa 10 in poi la situazione si è inaspettatamente invertita con il gioco dei tipi di EA Sports a recitare la parte del leone conquistando critica e pubblico ed il team Konami affannosamente ad inseguire. Questo almeno fino allo scorso anno. Ma stavolta come è andata? Meglio puntare sul sicuro e comprare Fifa o rischiare e prendere Pes? Beh io la mia scelta anche quest’anno l’ho già fatta e con questo breve commento spero di aiutarvi a fare la vostra.

La mia mini-recensione non può prescindere da un breve premessa: quest’anno a differenza degli scorsi ho deciso che non analizzerò al microscopio questi due videogiochi perché non mi interessa perdere tempo parlando di “Full Control”, di “Player Impact Engine”, “Attacking Intelligence” e compagnia bella, se volete queste notizie in rete è pieno di lunghissime ed esaustive recensioni all’ultimo chip! Io amici miei invecchio e siccome ormai faccio parte della generazione cresciuta a pane e Free Kick, quella a cui bastava un tasto e un joystick per farla sognare (l’introduzione dei tasti dorsali del Super Nes è stato il preludio alla mia dipartita video ludica!), oggi voglio spendere i prossimi dieci minuti a giudicare Pes e Fifa prendendo come unico termine di paragone il più importante ed il solo che abbia realmente un senso: LA SFIDA. Chi è interessato a tutto il resto: dai campionati Master, alle modalità carriera passando per gli Skills Game può finirla qui e cercare informazioni altrove. A me tutte queste “fighetterie” non mi interessano, a me interessa acquistare il gioco che inizia nel momento in cui prendo i pad (uno per me ed uno per il mio avversario) e finisce con uno che festeggia e l’altro che impreca. Il gioco che tra questi due momenti mi avrà coinvolto, divertito ed appassionato di più sarà il gioco giusto per me. Conclusa la premessa apriamo le danze:

PES 2013
E’ da International Supertar Soccer Pro De Luxe per SNES, quello con Roberto Duccio e Fabrizio Rabanilli per intenderci, che mi aspetto da Konami il gioco di calcio definitivo: quello che mi faccia gridare “Cazzo eccolo finalmente!”, quello che non mi faccia avere la sensazione di aver buttato 124.000 lire (spese giuro nel 1994 al negozio “La Chiocciola” a Viale Marconi) comprando l’ennesimo capitolo di un gioco che va avanti da anni introducendo una/due novità per edizione tanto per giustificarne l'uscita, quello che non mi lasci addosso la fastidiosa sensazione di aver comprato l’ultima versione, la nuova, che è chiaro potesse essere pronta almeno tre anni prima, quella che insomma mi faccia capire che Konami non se ne approfitta dei miei sentimenti e la smetta di prendermi per il culo. E’ dai tempi di ISSP De Luxe che aspetto e dopo aver provato Pes 2013 ho capito subito che dovrò ancora rimanere in (lunga) attesa. Questo Pes infatti è l’ennesimo fallimento-pilotato della Konami che rimanda continuamente all’anno successivo la tanto pubblicizzata svolta video ludica che dovrebbe passare attraverso una vera e propria rivoluzione-trasformazione, ma che a conti fatti invece è solo un misero aggiornamento-aggiustamento dell’edizione precedente. Quest’anno poi i Jappo non si sono neanche sprecati nel cercare di migliorare un impianto grafico paragonabile a un Dreamcast leggermente potenziato, rimandando (tanto per cambiare) il tutto all’uscita della Playstation 4. Bene, ma intanto noi spendiamo 69€ (non bruscolini!) per avere un gioco che praticamente ha lo stesso aspetto dello scorso anno (pregi e difetti compresi) e che ha come uniche novità facilmente riconoscibili un paio di nuove animazioni dei calciatori e dei portieri, l’utilizzo della doppia pressione del tasto X per cercare l’anticipo col difensore e l’introduzione del passaggio/tiro manuale attraverso l’utilizzo del tasto L2. Ma allora Pes 2013 è da bocciare in toto? La risposta è no. No perché il neonato in casa Konami nasce dalla base secondo me convincente del 2012 arricchita come precedentemente detto da alcune novità che lo rendono comunque un gioco coinvolgente e divertente. Non stiamo parlando di un capolavoro ovviamente, ma di un gioco di calcio che più di ogni altro si avvicina alla più reale simulazione calcistica esistente in commercio, ma che come tutti i Pes richiede molta pratica per essere apprezzato. Insomma come ho detto spesso in passato se uno cerca un gioco infila il disco, schiaccia due tasti e comincia la sfida, questo non è il titolo che fa per lui. Pes infatti non fa dell’immediatezza la sua caratteristica principale, ma alla distanza è un gioco molto profondo che se giocato e rigiocato darà sensazioni ed emozioni che con Fifa difficilmente proverete. Il gameplay all’inizio è un po’ ostico e il problema della variazione di velocità di gioco da partita a partita è un (grande) difetto ancora presente, mentre è migliorata, e molto, la sensazione di libertà di movimento dei giocatori in campo (sono evidenti ancora alcuni binari comunque) e l’intelligenza artificiale dei compagni di squadra mossi dal cpu che finalmente coprono gli spazi, chiamano il pallone e fanno movimenti attinenti all’azione di gioco e non vagano più come zombie per il campo! Ecco questo è Pes, il gioco di calcio che se giocato tra pari livello è secondo me il migliore e quello che più accende la sfida nonostante sia davvero frustrante ritrovarsi a giocare con squadre inglesi dai nomi improbabili e con rose giocatori non aggiornate (assurdo ritrovare nella Juventus Felipe Melo o Ziegler). Concludo il discorso con un’informazione rivolta a chi con Pes gioca contro il cpu: per un minimo di brivido e di divertimento consiglio il livello Campione (o al limite Professionista) perché contro gli altri sono riuscito a vincere facile addirittura io e per chi conosce le mie abilità questo è un tutto dire!

FIFA 13
Quello della EA è per il quarto anno consecutivo il videogioco di calcio più completo. Non ho scritto il più bello, ma il più completo senza ombra di dubbio si e non solo perché Fifa 13 a differenza di Pes possiede tutte le licenze dei più importanti campionati europei e non (escluse Coppe), ma perché è curato nei minimi dettagli dal menù in poi fino ad arrivare al fischio di inizio della partita. Fifa è una gioia per gli occhi e tutto un brillare di colori e la “pulizia” dell’immagine è davvero notevole. Le movenze dei giocatori in campo sono impressionanti perché vicinissime a quelle della controparte reale, mentre da rivedere sono le scene in primo piano dei calciatori che non assomigliano assolutamente a quelli veri. Il campo questa volta non sembra andare stretto ai calciatori e la manovra gode di ampio respiro. Rispetto alle versioni precedenti ho notato grossi passi avanti soprattutto nella costruzione dell’azione che adesso per portarti al tiro e al gol deve essere necessariamente ragionata ed elaborata. Finalmente sono sparite quelle insopportabili azioni-flipper fatte di passaggi convulsi che portavano inevitabilmente al tiro in porta o al gol come non ci sono più quelle interminabili serpentine del fenomeno di turno che a suon di dribbling era in grado farsi strada per tutto il campo fino alla porta. Questo non vuol dire però che i vari Ronaldo o Messi abbiano le stesse potenzialità o caratteristiche di un Mauri o di un Palacio, ma che il tutto è stato ben equilibrato ed è apprezzabile soprattutto nell’abilità nel controllo di palla e negli stop più precisi e puntuali con i giocatori più abili. Oltre a questo ho notato da subito che l’intelligenza artificiale sia del cpu avversario che dei propri compagni di squadra è aumentata e migliorata; questo porta ad azioni di gioco più complesse ed anche belle da vedere coi giocatori che finalmente danno la sensazione di seguire l’azione e di compiere dei movimenti utili alla causa. L’impatto grafico è “gratificante”, ma alcune animazioni esagerate dei giocatori che si esibiscono in improbabili rovesciate per spazzare l’area o colpi di tacco volanti fanno perdere realismo e credibilità al gioco soprattutto perché avvengono giocando con il Real così come col Cittadella. I calci piazzati sono molto più ricchi del passato ed offrono una notevole serie di possibilità di esecuzione che va dal passaggio corto al gioco a due fino alla costruzione di schemi più elaborati. I portieri sono abbastanza reattivi, ma non mi hanno convinto a pieno perchè spesso non trattengono il pallone e lo respingono puntualmente sui piedi dell’attaccante avversario libero di fare gol facilmente. Comunque sia sono sicuramente più i pregi che i difetti di questo gioco che secondo me è il più divertente ed avvincente della serie, anche se alla distanza risulta stancante. Fifa infatti a differenza di Pes è immediato, lo metti ci giochi e ti diverti subito, ma a lungo andare può risultare un po’ noioso perché le partite sono tutte uguali! Non ho notato nell’ultima fatica della EA la stessa profondità e la stessa libertà di gioco apprezzata in Pes che secondo me, complice la grafica non perfetta, l’ambientazione ed il gameplay, rimane più simulazione del suo antagonista.

Conclusioni: per la gioia di tutti i videogiocatori del pianeta quest’anno sul mercato ci sono due videogiochi di calcio ben fatti che possono garantire un bel po’ di ore di divertimento. Come si sceglie si sceglie bene secondo me perche sia Fifa che Pes sono ottimi giochi che pur essendo molto differenti tra loro, presentano alcuni punti in comune ed hanno i loro soliti punti di forza. Dal punto di vista della sfida io continuo a preferire Pes perché amo da sempre i videogiochi di calcio che più si avvicinano alla simulazione che all’arcade e che non siano troppo facili da giocare. E’ pur vero che Fifa ha tutto in termini di licenze, non va continuamente aggiornato con patch e da quest’anno è anche molto più “giocabile” delle versioni precedenti quindi è difficile dirgli di no. Riassumendo posso concludere scrivendo che il nuovo Fifa non ha fatto altro che tirare a lucido il già convincente 12 migliorandolo la dove è stato possibile e per questo si confermerà campione di vendite; dall’altra parte Pes ha iniziato un percorso di trasformazione e rinnovamento che nei piani della Konami dovrebbe rappresentare il primo passo verso la ritrovata leadership che dovrebbe coincidere con l’uscita delle console di nuova generazione. Se ci riuscirà non lo posso ancora sapere quello che so invece è che anche per quest’anno non ci saranno ribaltoni di mercato perché chi ha comprato Fifa gli anni scorsi continuerà a compralo anche adesso come chi ha preso sempre Pes lo farà anche stavolta.  

Indipendentemente che siate patiti di Pes o amanti di Fifa vi auguro buon divertimento...

P.S. non ho parlato volutamente dell'online perchè a causa di disservizi dei server non sono ancora riuscito a testarlo per bene, magari lo farò tra qualche giorno. La speranza è sempre quella che i giochi in questione non risentano affatto in termini qualitativi del passaggio dall'offline all'online. Speriamo bene...

venerdì 21 settembre 2012

COME NON DETTO DI IVAN SILVESTRINI

Sabato sera, dopo un paio di rinvii, io e Maria siamo riusciti finalmente ad andare a vedere al cinema “Come non detto” di Ivan Silvestrini. Scrivo finalmente perché il livello di curiosità e di aspettativa, almeno il mio, era piuttosto elevato, anzi oserei dire quasi a “livello di guardia”; questo perché Ivan (sono certo che non si offenderà se gli do confidenzialmente del tu) era stato uno tra i pochi Registi ed Autori “emergenti”, italiani e non, capace di sorprendermi e catturarmi con il suo “Stuck – The Chronicles of David Rea”, una produzione che definire web-series è secondo me davvero riduttivo perché per come è stata pensata, costruita e realizzata la considero già pronta per il lancio sul piccolo schermo. Di Stuck comunque ne ho già parlato su questo blog e più diffusamente su tutti i social network in cui posseggo un account, facendogli tanta pubblicità ed invitando chi non l’avesse ancora visto a farlo al più presto (sei episodi uno più coinvolgente dell’altro!). In momenti di spiccato entusiasmo mi sono addirittura lasciato andare ad ardui (ma calzanti dal mio punto di vista) paragoni tra il David Rea di Ivan, personaggio geniale e di gran spessore, e i più illustri Dottor House di David Shore, Cal Lightman di Samuel Baum e Sherlock di Moffat & Gatiss. Ora con questa premessa era impossibile per me non andare in sala a vedere il debutto cinematografico di Ivan così, dopo aver perso purtroppo la prima all’Adriano del 3 settembre e quella in tutti gli altri cinema del 7, sabato scorso ho provveduto ed oggi posso scrivere senza possibilità di smentita che “Come non detto” è davvero un bel film; e non lo scrivo solo da “giovane critico cinematografico” che sta attento al movimento di macchina, all’inquadratura, alla fotografia etc., ma anche e soprattutto da spettatore appassionato di cinema che spera sempre di trovarsi davanti una storia capace di farlo commuovere, sorridere ed affezionare ai protagonisti per rivivere attraverso le loro storie le sue. In “Come non detto” ho ritrovato tutto questo, la relazione tra Mattia ed Eduard, vissuta tra l’indecisione e il dubbio, è infatti solo la portata principale di un banchetto ben più ricco che comprende, oltre all’omosessualità, altre tematiche importanti come la famiglia, i giovani e l’amore, il tutto trattato con garbo, semplicità ed un pizzico di provocazione. Insomma una commedia elegante e mai banale che alterna bene i momenti di umorismo con quelli di riflessione e che ha il grande merito di non servirsi mai della volgarità per strappare una risata. Per non correre il rischio di spoiler preferisco non scrivere nulla sulla trama del film, ma voglio aggiungere due parole sul suo regista, Ivan Silvestrini. Il giovane cineasta romano sembra non aver risentito minimamente del grande salto dal corto al lungometraggio, la sua regia mi è sembrata infatti attenta, raffinata e funzionale alla storia con degli slanci stilistici apprezzabili soprattutto nelle scene d’amore tra i due protagonisti. Concludo il mio commento facendo i complimenti a tutto il cast (dal sorprendente Josafat Vagni alla convincente Monica Guerritore passando per uno strepitoso Francesco Montanari), a chi ha il merito di averlo selezionato e scelto ed infine ad Ivan, un bravissimo (e simpatico) Regista che rappresenta il presente e (spero) il futuro del Cinema italiano. Ora non vi resta altro da fare che prendere il vostro ragazzo/a, chiamare amici e parenti, uscire di casa e andare al cinema a vedere “Come non detto”, se non lo fate allora vuol dire che vi meritate davvero Neri Parenti!

domenica 9 settembre 2012

PROMESSA MANTENUTA!

Promessa mantenuta! avevo detto e scritto che al ritorno dalle vacanze, già dai primi giorni di settembre, avremmo ricominciato a giocare a pallone e così è stato perchè mercoledì 5 settembre (a distanza di sei settimane dall'ultimo match) siamo nuovamente scesi in campo. Sempre Sporting Club e sempre lo stesso gruppetto di amici a darsi "amichevolmente" battaglia in campo per un'oretta di divertimento e di agonismo che personalmente fa bene al corpo ed allo spirito. La prima partita del post-ferie, come avviene di consueto dopo le lunghe soste, è stata una sfida molto soft giocata a ritmi molto bassi, talmente bassi che il giorno dopo non avevo neanche un dolorino (miracolo!). Detto questo è stato comunque un piacere condividere il campo coi soliti Attilio, Damiano, Vito, Diego, Luciano e compagnia bella e sarà ancora più bello farlo la settimana prossima quando ci sarà il ritorno in campo anche dei portieri. Per la cronaca la mia squadra ha vinto facilmente doppiando gli avversari nel punteggio e surclassandoli a livello di gioco. Troppo in forma Damiano davvero inarrestabile e buonissime le prove anche del sottoscritto, di Vito ed Attilio. Tra gli avversari un pò giù di tono Luciano e Tulli mentre buone le prove di Giuseppe e Alessio. Rimandati uno svogliato Diego ed un volenteroso Enzetto ancora un pò indietro rispetto agli altri.

BUONANOTTE E SOGNI D'HORROR (POST PER VITO)

Sono diversi anni che ho un piccolo sogno nel cassetto (uno dei tanti), quello di girare un breve cortometraggio sugli Zombie. Inizialmente pensavo di concludere la trilogia dedicata ad Hoster omaggiando, dopo la black comedy e il poliziottesco anni '70, il genere dei non-morti che da sempre esercita su di me un'oscuro fascino. Per una serie di motivi questa mia idea è stata accantonata per fare spazio ad altre, ma poi succede che sto in vacanza con Maria e durante la tappa a Procida su un autobus scatto la foto che vedete qui sopra e cambia tutto! di nuovo! e capisco che questo è un segnale forte e deciso e che dovranno essere proprio i mangia-carne i protagonisti del mio prossimo corto, che si tratti di Hoster 3 o di Buonanotte e sogni d'horror, non farà differenza! e allora questo post è scritto ed indirizzato verso il mio socio e compagno di giochi Vito per fargli capire che è tempo di scaldare la telecamera perchè presto torniamo in scena! in tutti i sensi...

P.S. ci tengo a dire che la foto che ritrae Maria sorpresa da un'inaspettato attacco di una Zombie piuttosto affamata non è stata modificata da me in alcun modo o realizzata con qualche programmino o App, ma proprio originariamente così.  

sabato 8 settembre 2012

CEE LO GREEN - CRY BABY


Questo è uno dei miei video preferiti, uno di quelli che mi mette sempre di buon umore ed anche uno di quelli (insieme a Candy di Paolo Nutini, Come undone di Robbie Williams e I'd rather dance with you di King Convenience)) che avrei voluto girare io. E poi vedere Jaleel White, lo Steve di Otto sotto un tetto, sullo schermo è sempre un grosso piacere per me. Buona visione.